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BARI -LA rigenerazione degli oliveti in Puglia non decolla. Anzi i numeri sono decisamente impietosi e le polemiche al riguardano abbondano. Le grandi speranze di reimpiantare le specie di piante resistenti al batterio sono state disattese. «Dopo la catastrofe xylella, che in otto anni ha disseccato oltre 21 milioni di ulivi, la priorità è ricostruire e rigenerare l’agricoltura salentina devastata dal batterio, per sanare le ferite drammatiche su ambiente, economia e lavoro. Al momento solo il 4% degli ettari olivetati risulta reimpiantato, e va data una stretta alla burocrazia che rallenta l’iter di espianti e reimpianti.

Bisogna superare gli ostacoli formali e i vincoli paesaggistici che frenando la rigenerazione agricola. Per questo ho presentato un’interrogazione urgente indirizzata all’assessore all’agricoltura Pentassuglia. È stato ammesso a finanziamento solo il 6% delle istanze di espianto e reimpianto: chiedo se, in riferimento alla graduatoria per l’erogazione dei contributi destinati ai reimpianti, le risorse disponibili siano sufficienti o se il fondo debba essere rimpinguato per soddisfare tutte le richieste inoltrate. E chiedo se, e con quali provvedimenti, s’intenda velocizzare l’iter burocratico di erogazione degli aiuti, che sta ritardando le operazioni di reimpianto».

Lo dichiara il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de “La Puglia Domani” che ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale sulla questione.
«I dati dell’Osservatorio fitosanitario regionale parlano chiaro: sono stati piantumati a seguito di espianto 160mila alberi della varietà Leccino e 226mila della specie FS17, a fronte di oltre 90mila ettari di superficie olivetata intaccati dalla Xylella nella sola provincia di Lecce. Le autorizzazioni al reimpianto sono un passaggio obbligato da velocizzare il più possibile, puntando sulle due cultivar resistenti di olivo ma anche su altre varietà mediterranee risultate “immuni, resistenti, tolleranti o a bassa suscettibilità» che hanno già ricevuto il via libera all’impianto in zona infetta con atto dirigenziale dell’Osservatorio fitosanitario del 3 agosto scorso: mandorlo, ciliegio, pesco, susino, albicocco e tutte le specie di agrumi.

E poi ci sono i vincoli paesaggistici che bloccano gli espianti. Su questo fronte è necessario sollecitare la deroga del Ministero dei Beni Culturali, in modo da liberare il Salento dalla monocoltura che ha comportato un colpo mortale all’agricoltura del territorio», conclude.

Nel frattempo che vengano risolte le problematiche legate alla rigenerazione degli oliveti la giunta Emiliano ha i deciso ieri di affidare all’Arif, l’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, l’incarico di fornire supporto al dipartimento Agricoltura, per velocizzare l’attività istruttoria delle richieste presentate dagli agricoltori per accedere ai fondi per gli investimenti per la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende olivicole che ricadono nella zona infetta dalla Xylella fastidiosa.
d.s.

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Alice Possidente

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