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Una protesta dei sindaci di Recovery Sud

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I soldi del Pnrr stanno per arrivare, ma negli uffici comunali delle città del Sud a non vedersi ancora sono i rinforzi promessi. Il personale è rimasto tale e quale e i sindaci sono preoccupati: «Senza armi né soldati – dicono dalla rete di Recovery Sud che riunisce oltre 500 sindaci del Mezzogiorno – non si combattono guerre. Nelle piante organiche municipali del Sud il personale continua ad arrivare con il contagocce: non si riparano così facilmente i danni decennali di politiche federaliste e di austerity che hanno svuotato proprio gli apparati burocratici meridionali più in difficoltà. Un piano corposo di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni del Mezzogiorno è un investimento sullo sviluppo dell’intera nazione».

Messaggio chiaro lanciato al governo nazionale che ha punta proprio sui Municipi per realizzare i progetti. «Molto enti – sostengono ancora i sindaci di Recovery – si stanno organizzando per fornire ai Comuni il supporto progettuale di cui necessitano, tante altre città si stanno dando da fare autonomamente. E anche il governo, dopo il flop dei 2800 progettisti, sta correndo ai ripari mettendo a disposizione altri fondi. Ma è ancora troppo poco».

«Non chiediamo sussidi, non chiediamo assistenzialismo, chiediamo tecnici e altre figure professionali che lavorino per creare valore aggiunto nei nostri territori, per consentire alle imprese di insediarsi, per rigenerare città e natura in modo da creare posti di lavoro», concludono. Ma da Roma replicano: «Il governo ha già fatto tantissimo – riferiscono fonti della Funzione pubblica – per rafforzare la capacità amministrativa e progettuale dei Comuni. Non si possono usare le risorse del Pnrr per spesa corrente destinata alle assunzioni.

Le amministrazioni locali che, per realizzare i singoli progetti del Piano, hanno necessità di rafforzare la propria struttura con figure professionali specifiche possono chiedere alle amministrazioni centrali titolari della misura Pnrr che finanzia il progetto di far gravare i relativi costi all’interno del quadro economico e, quindi, rendicontarli come spesa a valere sul Recovery Plan». La fonte aggiunge: «Al fine di rispondere alle criticità assunzionali degli enti locali segnalate dal presidente Decaro, a questo punto valuti il Parlamento, durante l’esame della legge di bilancio, il superamento o la semplificazione del sistema dei vincoli attualmente vigenti per consentire alle amministrazioni locali di irrobustire gli organici, anche e soprattutto in funzione dell’attuazione del Pnrr».

Già domenica scorsa, la Rete di Recovery Sud aveva inviato una lettera al presidente di Anci, Antonio Decaro, chiedendogli di farsi portavoce delle istanze: più assunzioni per rafforzare gli uffici dei Comuni del Sud; maggiore presenza delle forze dell’ordine per contrastare la criminalità organizzata; no definitivo all’autonomia differenziata; rafforzamento dell’assistenza pediatrica nei Comuni del Mezzogiorno dove «la mortalità infantile è sensibilmente più elevata rispetto al Nord». Il 9 novembre, giorno in cui si svolgerà l’assemblea dell’Associazione nazionale dei comuni, i sindaci del Sud faranno sentire la propria voce, come annunciato.

I primi cittadini temono che il Mezzogiorno possa perdere il treno del Recovery Plan e lo gridano prima che sia troppo tardi. La lettera inviata a Decaro conteneva nove richieste per rivendicare interventi in favore del Mezzogiorno che siano capaci di eliminare il gap con il Nord ed evitare anche che i soldi del Pnrr vadano persi. «I sindaci del Sud – si legge nella missiva – reclamano risposte sui temi del divario nelle infrastrutture, nell’istruzione, nei servizi sociali, nell’assistenza sanitaria e pediatrica, nella ricerca, nello sviluppo economico».

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