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ASSOLUZIONE per Luigi de Magistris, oggi sindaco di Napoli ma già pm a Catanzaro e condanna a 1 anno e 6 mesi di reclusione per il consulente informatico Giocchino Genchi. Sono le richieste fatte dal pm Roberto Felici a conclusione della requisitoria nel processo che vede imputati i due di abuso d’ufficio per avere acquisito senza richiedere le necessarie autorizzazioni, i tabulati relativi alle utenze di 8 parlamentari nell’ambito dell’inchiesta conosciuta come ‘Why not’. Si tratta dell’indagine condotta da De Magistris, che ha sconvolto politica e imprenditoria calabresi.
Secondo il pubblico ministero pur essendo stato il pm a disporre l’acquisizione dei tabulati, Genchi consulente informatico ad un certo punto diventò il domus dell’inchiesta preparando i decreti di acquisizione degli atti poi firmati da de Magistris. E sarebbe stato lui a scegliere quali erano i tabulati da acquisire. Tabulati acquisiti poi sulla base di informazioni emerse dall’agenda dell’imprenditore Antonio Saladino già indagato in Why not.
Secondo il pubblico ministero Felici l’attuale sindaco di Napoli nell’inchiesta ha avuto un ruolo secondario e dalla lettura degli atti raccolti emerge che non era a conoscenza che le utenze in questione si riferivano a parlamentari in carica. Riguardavano, in particolare Romano Prodi, Francesco Rutelli, Clemente Mastella, Marco Minniti e Antonio Gentile. Nella sua requisitoria Felici ha definito de Magistris “semplice esecutore delle richieste di Genchi”. Ha inoltre affermato di non apprezzare “quelli che erano i suoi metodi di indagine”, ma di non aver trovato elementi per dire che fosse a conoscenza “che si stava commettendo un illecito acquisendo i tabulati senza l’autorizzazione”.
Quanto a Genchi il pm ha sottolineato più volte che “da semplice consulente ha avuto carta bianca per fare indagini che hanno comportato una violazione e un’indebita intrusione nella vita privata di alcune persone”.
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