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LA Chimica protagonista di un Festival interamente dedicato a una disciplina ostica ma allo stesso tempo fondamentale. L’argomento può essere affrontato solo all’interno di laboratori scientifici con gli addetti ai lavoro o può, invece, aprirsi alla collettività e assumere dei connotati prettamente ludici e ricreativi? E’ proprio questo ciò che ha tentato di fare la sezione Basilicata della Società Chimica italiana, ideando un’iniziativa dal carattere versatile e dall’approccio multidisciplinare. La manifestazione, giunta alla sesta edizione, negli anni ha toccato svariati comuni della Regione, riscuotendo sempre un grande successo e una massiccia presenza di pubblico.
Quest’anno, in collaborazione con Confindustria, sono state organizzate per gli studenti delle scuole lucane numerose visite presso aziende del territorio, in maniera che le giovani generazioni potessero toccare con mano molteplici realtà lavorative e industriali. L’evento, articolato in due momenti separati di un’intera giornata, si è aperto in mattinata nell’aula aagna dell’Università di Basilicata con una relazione del professore emerito e già rettore dell’Ateneo Francesco Lelj Garolla Di Bard dal titolo: “Rivoluzione di alcune scoperte nel settore, e della loro applicabilità in diversi ambiti, dall’agricoltura alla cristallografia”. Alla relazione accademica ha fatto seguito un piacevole spettacolo realizzato da due ricercatori che hanno portato in scena alcuni esperimenti dalla particolare efficacia visiva. All’aspetto didattico e giocoso si è unito quello prettamente educativo con la cerimonia di consegna dei premi della finale regionale dei giochi della Chimica per le scuole superiori a cui hanno aderito tredici scuole. L’Istituto Pentasuglia di Matera ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi ben tre premi. Durante il pomeriggio, infine, nella cornice del Teatro Stabile si è discusso del progetto “Educare alla Chimica” che ha coinvolto sei istituti comprensivi di Potenza in attività di laboratorio. Anche la musica ha fatto il suo ingresso in scena grazie al Cd “La Chimica in versi e musica”,’ realizzato dalla cantante e musicista lucana Iole Cerminara. Cerminara, laureata in chimica, ha tradotto in musica i versi del giornalista, poeta, e chimico calabrese Alberto Cavaliere. «Ho musicato solo una parte di un’opera ampia e complessa dal punto di vista linguistico – spiega Iole Cerminara – non ho trovato, tuttavia, nessuna difficoltà anzi ho notato una perfetta coincidenza tra note e parole. L’opera di Cavaliere si caratterizza per la presenza di una sottile e piacevole ironia e ben si presta allo studio e all’interesse da parte delle scuole».
«L’aspetto più innovativo di questa edizione – dice Roberto Teghil, presidente della sezione Basilicata della Società Chimica italiana- è stato il coinvolgimento e l’apertura anche a studenti degli ultimi anni della scuola primaria e non più solo della scuola secondaria. Lo scopo principale è quello di avvicinare il più possibile i giovani alla chimica e alle scienze in genere. I lucani si sono distinti in questi settori ottenendo prestigiosi riconoscimenti in Italia e Estero. Riteniamo che la chimica delle semplici formule sia arida e non susciti interesse. Nel nostro ateneo, infatti, gli iscritti alla facoltà sono sempre in numero ridotto. Solo quest’anno si è registrato un incremento delle immatricolazioni».
«La Chimica è trasmissione di sensazioni e emozioni – afferma Luciano D’Alessio, docente di chimica fisica e responsabile del comitato promotore del Festival – ogni anno cerchiamo di abbinare la scienza all’arte e alla filosofia, e abbiamo notato una crescente interesse verso un nuovo linguaggio di comunicazione della chimica comprensibile e fruibile da parte di tutti. La ricerca e la didattica devono uscire dall’Università e rendersi il più possibile gradevoli».
Esempio tangibile del rinnovamento del linguaggio scientifico e del sapere è lo spettacolo “Note proteiche” scherzoso rimando al più comune “note proteine” e fiore all’occhiello del Festival.
Note proteiche è una conferenza spettacolo durante la quale alla sequenza amminoacida di tre proteine, seta, bisso e elastina si abbina una nota. La successione di note ottenuta è rielaborata da esperti che ne esaltano la naturale musicalità. Anche le proteine hanno un suono insito nella loro stessa struttura. Quanti altri elementi hanno le stesse caratteristiche? Le successive edizioni del Festival saranno illuminanti a riguardo.
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