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UN ULTERIORE rinvio in Consiglio del lavoro della legge 106, su proposta del capogruppo del Pd Alba, senza interventi e discussioni e con due sole voci contrarie in maggioranza quelle di Cotugno e Manicone.

E’ il dato oggettivo che è maturato qualche giorno fa nell’assemblea consiliare e che ha riaperto il caso sugli interventi e le autorizzazioni che stanno al centro del cosiddetto Piano Casa 2 ed anche della questione del Mulino Alvino.

Da un lato una parte della maggioranza che ha gridato al successo per un risultato visto sostanzialmente come un ricompattamento, per alcuni una discussione sostanzialmente resa inutile da una sentenza che la supera. Per altri invece un’occasione sprecata per recuperare il terreno perduto sulla questione.

Sullo sfondo la prospettiva, per ora teorica ma che potrebbe diventare presto reale, di un ricorso al Consiglio di Stato sul Mulino Alvino. Insomma il caso rimane di grande attualità come tutte le tappe in materia urbanistica che rischiano di caratterizzare le scelte politiche e non solo di questo scorcio finale di legislatura.

Ad alzare la voce su quello che sta succedendo ci pensa Angelo Cotugno che spiega: «L’ultimo punto all’ordine del giorno riprendeva la discussione sulla relazione che la commissione speciale, istituita dal consiglio comunale, ha presentato al consiglio già un anno fa.

La relazione, agli atti del consiglio, contiene una serie di osservazioni sulle modalità con cui si è applicata la Legge 106 (piano casa2) nel Comune di Matera, ovvero mette in evidenza alcuni casi    che potrebbero non essere gli unici sui quali è stata espropriata la titolarità a decidere del consiglio comunale.

Su quest’ultimo punto il capo gruppo del PD ha posto una pregiudiziale ai sensi dell’articolo 55 del regolamento del Consiglio Comunale per non discutere dell’argomento. Il consiglio comunale, su sollecitazione della presidenza, ha votato a maggioranza a favore della pregiudiziale (20 voti favorevoli e 6 contrari) senza dare alcuna possibilità di discutere le stesse ragioni della pregiudiziale scrive Cotugno sollevando innanzitutto una pregiudiziale di ordine metodologico.

«Credo che ancora una volta si sia persa l’occasione per fare chiarezza su uno dei temi più intricati e spinosi di questa amministrazione. Ancora una volta si e scelto di nascondere la testa sotto fa sabbia rimandando un confronto utile a chiarire.

Dopo un anno di rinvii,proprio quando la conferenza dei capi gruppo decide di riportare in consiglio l’argomento , interviene, ironia delta sorte, la sentenza del TAR di Basilicata che annulla un permesso a costruire (quello in Via Dante/via dei Bizantini della Cogem).

Di fronte a tale evidenza sarebbe molto semplice ammettere che avevano ragione coloro che, ed io fra questi, ritenevano opportuno, se non proprio indispensabile, portare in consiglio tutti gli interventi importanti, delicati e che richiedevano una variante urbanistica. Nonostante ciò, l’amministrazione persevera su una strada sbagliata : sceglie di non stare dalla parte delta chiarezza, sceglie le deroghe piuttosto che le regole, sceglie di stare con l’impresa e non con i cittadini, sceglie il consumo del suolo piuttosto che il suo recupero, sceglie di non voler discutere.

Riguardo a tali vicende si rischia di lasciare una pesante eredità alla città e nulla a che vedere con il percorso di candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019.

Ma questo e un altro tema» conclude ancora il consigliere comunale materano segnalando ancora una volta la mancanza di una strada condivisa sull’argomento.

La solidità della maggioranza sul punto dovrà essere confermata ora su altre questioni ed altri punti fondamentali che presto dovranno pervenire in Consiglio e che metteranno alla prova i nuovi equilibri politici di maggioranza che ancora in queste ore si sta tentando di mettere a punto.

p.quarto@luedi.it

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