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POLICORO – Stanno girando per le scuole lucane da qualche anno Tania Pisani e Nicola Latronico, la prima vedova del Carabiniere Claudio Pezzuto e il secondo brigadiere capo, vittima dovere vivente dell’Arma, per una serie di incontri sulla legalità e l’educazione civica più in generale.

Alcuni giorni fa  sono stati ospitati, accompagnati dal capitano Michelangelo Lobuono della Compagnia di Policoro, del liceo scientifico “E. Fermi” del centro jonico che ha in Leonardo Giordano il dirigente scolastico, il quale ha fatto gli onori di casa.

La signora Pezzuto nel ricordare la figura del marito, medaglia d’oro al valore militare, scomparso nel 1992 per mano di due killer della camorra che erano stati fermati ad un posto di blocco a Pontecagnano (Sa),  salvando dal fuoco omicida alcune persone che si trovavano nei pressi del controllo, ha sostenuto che Claudio era un vero carabiniere,  «Sempre ligio al dovere nel suo lavoro, non un militare per caso, di quelli che si arruolano solo per avere un posto ma carabiniere per vocazione».

E la signora Pisani ha raccontato anche un aneddoto di quanto il marito durante il presidio di un seggio elettorale la accompagnò all’autobus e durante il percorso involontariamente venne strattonata da un colonnello dell’Arma: «Ebbene Claudio si mise sugli attenti e salutò l’allora ufficiale che oggi ha i gradi di generale».

Davanti ad alcune scolaresche dell’istituto di Policoro, la signora Pisani ha detto agli studenti che nella vita si troveranno sempre di fronte situazioni in cui bene e male si contrappongono tra di loro, e in questa dura lotta alla lunga vince sempre il bene; ossia chi sta dalla parte della legge, del giusto e di chi si prodiga nell’aiutare il prossimo in difficoltà.

Insieme a lei, a nome anche dell’associazione “Vittime del dovere” nata a Monza, Nicola Latronico che dal 2010 con Decreto del presidente della Repubblica è stato dichiarato vittima del dovere vivente.

Egli  rinverdisce il suo glorioso passato: nel 1996 a Tortora (Cs) salvò  due anziani durante un incendio avvenuto in casa degli stessi coniugi e per il quale gesto riceve un encomio dal generale comandante dei Carabinieri di Calabria; nel 2008 si ripete, purtroppo, la stessa situazione a Terranova (Pz); anche in questo caso salva la vita ad un ragazzo ma riporta delle gravi ferite alla spalla e braccio che non gli consentono più di rimanere in servizio: «Ma io –osserva – mi sento carabiniere sempre e sono orgoglioso di questa scelta a prescindere da ciò che mi è successo.

Quando si presta giuramento non si può più tornare indietro: carabiniere per la gente, tra la gente e con la gente», e questo suo motto lo si può vedere osservando il suo volto. Ha i capelli rasati con un ciuffo alzato verso destra: è come la fiamma ardente che si vede sul cappello di un Carabiniere.

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