La consegna dell’onorificenza da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
2 minuti per la letturaLAURIA (POTENZA) – Viviana Labanca, 21enne lauriota, che ha frequentato il liceo classico “Carlomagno” di Lauria, martedì scorso, al Quirinale, è stata insignita dal presidente della Repubblica dell’onorificenza di “alfiere del lavoro”: destinata a 25 studenti tra quelli che, ogni anno in tutta Italia, terminano la scuola secondaria superiore con il massimo dei voti. Attualmente, è iscritta al secondo anno di “Lettere classiche” all’Università “La sapienza” di Roma, in quanto rientra tra i premiati dell’anno scorso, ma, per il Covid, non si era tenuta la cerimonia.
Non ama i social, «non sono su Facebook, ho un profilo Instagram che uso poco», ci dice, ed ha definito l’attestato come «un onore e una grande responsabilità».
Come si è sentita quando si è trovata davanti a Mattarella?
«È stata un’emozione indescrivibile, mi trema ancora un po’ la voce. Ho subito provato un senso di grandissima gratitudine sia nei confronti dei miei docenti, che dei miei genitori. Questo riconoscimento non è solamente mio, ma anche loro».
Per cui, lo ritiene un merito da condividere?
«Sì certo, è anche merito della mia famiglia, che mi ha sempre sostenuta, e dei miei insegnanti che mi hanno ascoltato in tutti questi anni».
Perché ha scelto lettere classiche?
«Ho voluto seguire la mia principale passione, ma non è stato facile poiché mi piacciono anche le materie scientifiche. Comunque la mia speranza è, nel corso degli anni, di dedicarmi anche al sociale in quanto mi è sempre piaciuta l’idea di mettermi a disposizione degli altri».
Cosa sogna per il suo futuro?
«Nell’immediato penso all’insegnamento, in modo da restituire quanto è stato donato a me, e anche per la riconoscenza che ho, ed ho sempre avuto, nei confronti della scuola. Sarebbe anche un modo per stare vicino agli altri, anche attraverso il volontariato. Io amo la vita per quello che è, per cui mi sento in debito e vorrei donare agli altri quanto io ho ricevuto dalla mia famiglia e dalle persone».
Le piacerebbe tornare nella sua Lauria?
«Sì, questo è sempre stato un sogno. Non so se sarà possibile farlo per lavoro, ma spero di riuscire ad essere utile alla mia comunità».
La notorietà conquistata le fa piacere o la imbarazza?
«Devo dire che mi imbarazza anche se mi fa piacere essere stata, magari, un motivo di gioia perché, in questo momento, un po’ rappresento il mio paese. Così come sento di rappresentare tutta quella gioventù che si spende nel mondo dello studio per cercare, un domani, di contribuire al bene della società ed evolversi a beneficio degli altri».
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