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CATANZARO – C’è un’altra povertà, meno evidente e molto sottovalutata, che condiziona la quotidianità dei bambini, ma che soprattutto avrà effetti sulla loro vita da adulti. E’ il non sapere e il non saper fare: quella che Save the Children ha definito «povertà educativa», misurata statisticamente attraverso una serie di indicatori, dall’abbandono scolastico alla presenza di asili nido, ma anche la diffusione di internet, e le visite a mostre o musei. Presi tutti insieme evidenziano quanto il Paese sia inospitale per bambini e adolescenti.
La Calabria è al secondo posto, ex aequo con la Puglia, dopo la Campania, nella classifica nazionale della «povertà educativa» stilata nel rapporto. I risultati dell’indagine sono stati resi noti in contemporanea con il lancio della campagna “Illuminiamo il Futuro” che propone tre settimane di sensibilizzazione e raccolta fondi fino all’1 giugno, e l’apertura in 5 città italiane dei primi Punti Luce «attivati – spiega l’organizzazione – per rispondere concretamente alla deprivazione educativa e culturale di tanti minori e dare loro la possibilità di conoscere e coltivare i propri talenti».
I Punti Luce sono centri gestiti in collaborazione con una rete di organizzazioni partner radicate sul territorio e si trovano in aree caratterizzate dalla scarsità di servizi. Uno è stato aperto a Gioiosa Jonica, nella Vallata del Torbido, in collaborazione con l’Associazione don Milani, del network di Libera. Lo spazio è ospitato in un ambiente di circa 500 metri quadri e accoglierà bambini e ragazzi dai 6 ai 17anni. Dotato di diverse sale e di un Internet point, offrirà ai minori laboratori di musica, ballo, arte e creazione di gioielli con materiali di riciclo, attività ricreative, educazione alla legalità, educazione alimentare e a sani stili di vita, invito alla lettura e sostegno scolastico, educazione all’utilizzo responsabile del web e dei social network, “settimane marine” estive con escursioni al mare per attività ludico-ricreative e sportive.
La Calabria – documenta il rapporto di Save The Children – è al secondo posto nella lista delle regioni italiane per povertà educativa, secondo il nuovo indice Ipe di Save the Children. Drammatica in particolare la situazione dei servizi dedicati alla prima infanzia: solo 2,5 bambini su 100 (nella fascia di età 0-2 anni) sono presi in carico dagli asili pubblici della regione, un dato lontano da quello dell’Emilia Romagna (26,5%) e ancora di più dall’obiettivo del 33% stabilito dalla Ue. Anche il tempo pieno nelle scuole primarie viene garantito solo nel 20,5% degli istituti primari e nel 31,9% nelle secondarie di primo grado. Appena il 35,8% delle strutture scolastiche hanno un certificato di agibilità. Sotto lo standard europeo anche il tasso di dispersione scolastica, che in Calabria raggiunge quota 19,9%. Ma la deprivazione educativa – riporta il rapporto – non si limita solo alla scuola: solo il 32,3% tra i bambini e gli adolescenti in Calabria fa sport continuativamente, il 30,5% ha letto un libro nel corso dell’anno. Solo il 12,1% nella regione ha visitato un monumento nell’ultimo anno.
«Finora – spiega Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italia – ci si è occupati soprattutto della povertà economica dei bambini e adolescenti. Ma esiste una povertà altrettanto insidiosa e sottovalutata che è quella educativa, cioè la privazione della possibilità di apprendere, di sperimentare le proprie capacità, di sviluppare e far fiorire liberamente i propri talenti e aspirazioni».
«La forte inadeguatezza di servizi cruciali come gli asili nido o il tempo pieno – sostiene Raffaella Milano, direttore programmi Italia-Europa Save the Children – insieme a una penuria di opportunità culturali, ricreative al di fuori della scuola rischiano di compromettere l’espressione e lo sviluppo del potenziale e dei talenti di tanti bambini e adolescenti».
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