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Contro l’emergenza degli infortuni e morti sul lavoro non si può abbassare la guardia. Affrontarla per i sindacati è la priorità. Come prova a fare la Cgil che, attraverso gli uffici Inail e Spesal, ha raccolto dati sul fenomeno in Puglia. A fine agosto erano 15mila le denunce di incidenti e feriti sul lavoro, mille in più dello scorso anno, e 65 gli incidenti mortali. Numeri nel frattempo saliti con episodi che si sono ripetuti quasi all’ordine del giorno. Gli ultimi ad Andria, San Severo e Mesagne, nei settori più disparati, dall’agricoltura all’edilizia (quest’ultimo tra i più colpiti).
Un dato drammatico, purtroppo in linea con la tendenza del Paese, a causa del quale la Cgil Puglia afferma come «quello della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro deve essere un tema centrale in questa fase in cui si discute di ripresa economica» per cui «non faremo sconti a imprese e istituzioni, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità». Il tema è stato affrontato a Bari assieme al patronato Inca in una riunione regionale dei rappresentanti dei lavoratori per pianificare le azioni concrete delle prossime settimane, che hanno l’obiettivo di portare a misure concrete per azzerare il fenomeno.
Un’iniziativa che ha visto l’intervento della segretaria nazionale Rossana Dettori. Il sindacato pugliese ha rimarcato l’azione degli ultimi mesi portata avanti assieme a Uil e Cisl che ha permesso al Consiglio regionale di approvare, all’unanimità, una mozione che impegna l’ente su due fronti: il rafforzamento degli uffici e dei dipartimenti preposti alla prevenzione e sicurezza e iniziative di formazione rivolte ai giovani fin dalle scuole. Sempre in Puglia la Cgil ha sottoscritto «accordi di collaborazione con l’Inail per informare e formare i lavoratori, soprattutto dei settori dell’agricoltura e dell’edilizia, proprio spingendo sulla cultura della prevenzione».
La richiesta dei sindacati è quella di istituire una banca dati unica sugli infortuni, utile a creare una sorta di curriculum con lo storico delle imprese e dei loro precedenti in termini di rispetto delle regole, e un programma dettagliato per la diffusione dell’importanza della sicurezza nelle scuole.
Perché è di lì che si costruiscono le fondamenta della cultura della legalità e del rispetto della vita. Non solo. Servono assunzioni per rafforzare gli organi di controllo dell’ispettorato del lavoro e sospensione delle aziende che non ottemperano alle norme sulla sicurezza, preservando comunque il reddito dei dipendenti. La Cgil ha anche sottolineato una aspetto che va oltre gli incidenti più gravi.
«Ci si concentra molto sulle morti, cosa legittima, ma dobbiamo pretendere che lavoratori e lavoratrici non si ammalino, non mettano a rischio pezzi del proprio corpo durante il lavoro. E le responsabilità sono in capo alle imprese. Potremo eventualmente parlare di responsabilità dei lavoratori quando saranno messi tutti in condizioni di lavorare in sicurezza, informati e formati. Dobbiamo pretendere che le imprese investano su sicurezza e formazione, pretendere che si permetta ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza -gli Rls – di fare il proprio lavoro».
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