La sede Arif
3 minuti per la letturaNon si conosce il numero esatto di dipendenti, però si sa che ogni anno l’Arif, l’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, spende circa 33 milioni per il costo del personale e appena 500mila euro per le attrezzature. Non solo: nonostante i 33 milioni, gli operai sarebbero insufficienti, mentre ci sarebbe abbondanza di amministrativi e impiegati. Ad accendere i fari sulla gestione dell’Agenzia e le sue criticità sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che hanno chiesto e ottenuto che la questione venga discussa nella III commissione del Consiglio regionale.
In settimana ci sarà una nuova convocazione, in sindacati chiedono di conoscere qual è il carico di lavoro che ha attualmente Arif, il numero effettivo dei lavoratori in forza, qual è la pianificazione industriale, se ci sono delle progettualità e quanti appalti e sub appalti vengono concessi. Ufficialmente non si sa quanti siano i dipendenti diretti, ufficiosamente dovrebbero essere tra «i 1290 e i 1400», dice Vittorio Loiacono, della UilTemp.
«Però – precisa – ci risultano esserci molti impiegati, mentre scarseggiano i tecnici e ancora di più gli operai». Arif è nata nel 2010 e ricopre diversi compiti nell’ambito irriguo e forestale, tra questi anche la lotta alla Xylella attraverso monitoraggio e prevenzione. «Ente tecnico-operativo – si legge sul portale istituzionale – preposto all’attuazione degli interventi in ambito forestale ed irriguo, attraverso attività e servizi a connotazione non economica finalizzati al sostegno dell’agricoltura e alla tutela del patrimonio boschivo».
Ma ad essere insufficienti sarebbero proprio gli operai, mentre negli uffici ci sarebbe abbondanza. Negli ultimi anni si sono alternati direttori generali e commissari, segnale di una difficile gestione. Ma la Xylella, i pozzi, le reti irrigue, i boschi non possono attendere: «Ci sono due milioni di ettari di suolo da sorvegliare e sulla quale fare manutenzione», rimarca Loiacono. E dal 15 ottobre scorso 342 operai, tra irrigui e forestali, sono a casa perché il loro contratto è scaduto: parliamo di lavoratori che da quasi un decennio operano con contratti di somministrazione.
«Non abbiamo alcuna certezza del numero preciso dell’organico dipendente dell’Agenzia – prosegue Loiacono – della suddivisione delle funzioni della platea dei lavoratori e della dislocazione delle attività. Abbiamo chiesto lumi alla direzione ma non abbiamo ricevuto risposte dettagliate e precise». E poi c’è la questione appalti, nonostante 33 milioni di costo del personale, diverse attività vengono concesse ad esterni. «Molte attività – sostiene Loiacono – vengono date in appalto e sub appalto, questo è, a nostro avviso, il segnale che l’operatività dell’Agenzia è limitata, altrimenti non avrebbe senso affidare i lavori all’esterno».
Insomma, tanta carne sul fuoco: in settimana potrà essere fatta maggiore chiarezza durante l’audizione in III commissione consiliare. Le organizzazioni sindacali, nella richiesta di audizione, hanno espressamente indicato la necessità, in primo luogo, di conoscere con precisione quantità e composizione della pianta organica dell’Ente, in quanto i dati a disposizione sul sito istituzionale non sono aggiornati; in secondo luogo, di fare chiarezza circa l’entità del carico di lavoro, in modo che possa essere altrettanto riscontrabile il fabbisogno di personale in proporzione alle attività cui l’Agenzia deve far fronte, e sul ricorso a ditte esterne.
«Abbiamo dato la nostra disponibilità – dicono da Cgil, Cisl e Uil – anche a sottoscrivere un protocollo di garanzia con l’Anci Puglia, affinché la relazione di Arif con i Comuni pugliesi sia più proficua e consenta all’Agenzia di svolgere attività di manutenzione e messa in sicurezza del territorio per loro conto. Resta però per noi fondamentale avere risposte precise, una volta per tutte, circa la progressiva esternalizzazione delle attività dell’Ente. E’ per noi questa l’ennesima beffa a danno degli operai in somministrazione, che da ormai 10 anni lavorano in missione presso Arif e verso i quali vogliamo sia garantita continuità occupazionale e valorizzazione delle competenze e delle professionalità».
Nella III commissione, presieduta da Francesco Paolicelli, sarà nuovamente ascoltato il direttore generale Francesco Ferraro.
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