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REGGIO CALABRIA – Una manifestazione ricca di presenze quella delle Gerbera Gialla indetta dall’associazione antimafia Riferimenti e partita questa mattina a Reggio Calabria e a cui il presidente del Senato Piero Grasso non ha voluto mancare. L’appuntamento è partito con un corteo per il centro cittadino al quale, insieme a Grasso, erano presenti anche il presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi; il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, e il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho. I partecipanti, tra cui alcuni sindaci con fascia tricolore e gonfalone e tanti studenti, hanno sostato nella via intitolata all’imprenditore Gennaro Musella, ucciso il 3 maggio 1982 da un’autobomba.
BINDI: «NON SIAMO QUI PER CELEBRARE MA PER RICORDARE» – «Io muovo i primi passi con voi, spero di farlo con coraggio e dedizione. Questa contro la mafia è la battaglia più importante che il nostro Paese è chiamato a combattere e ciascuno deve fare la sua parte là dove si trova». La presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, riferendosi al sacrificio dell’imprenditore Gennaro Musella e di tante altre vittime di mafia, ha puntuato l’attenzione sull’importanza di non dimenticare: «Siamo qui non per celebrare la loro memoria, ma per ricordare il loro impegno. Se ciascuno di noi fa la propria parte, la mafia si può vincere. Essa si alimenta di omertà, indifferenza, complicità e delle varie forme di collaborazione che la sostengono, per questo io dico che è un affare nostro e noi consegniamo questo testimone ai giovani per il riscatto di questa terra perché sono convinta che se riparte la Calabria si rimetterà in piedi tutta l’Italia».
DE RAHO: «FACCIAMO DI TUTTO PER RICHIAMARE L’ATTENZIONE SULLA CALABRIA» – Per il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho «la ‘ndrangheta non vuole che questa terra recuperi il proprio livello di produttività e un livello culturale che invece ha avuto in passato. Si sta facendo di tutto – ha aggiunto De Raho – per richiamare l’attenzione di tutta quanta l’Italia su questo territorio, abbandonato per anni, e che è necessario invece che venga riportato a un livello di vita sociale culturale così come è stato nel lontano passato».
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