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POTENZA – Il lavoro può uccidere. Succede in tutta Italia, succede sui cantieri della Salerno Reggio Calabria, succede all’Ilva di Taranto e al quartiere Tamburi.
E la lista di nomi è lunga. C’è poi la storia di Giuseppe Palagano, 55 anni, che lavorava come operaio nella galleria Renazza dell’A3, a Lagonegro, caduto dall’impalcatura il 30 marzo di quest’anno e tragicamente scomparso qualche ora dopo in una sala dell’ospedale di Lagonegro.
È l’emblema dei tempi che corrono: lavoro che manca o che uccide, che strappa alla vita perché magari bisogna risparmiare su qualcosa, sulla sicurezza magari, o perché i fumi di un’acciaieria possono essere ben sopportati se questo significa occupare una parte di territorio, come accade da decenni all’Ilva. Sono due aspetti che corrono in parallelo e che fanno parte di questo sud sfruttato, prosciugato e con le speranze ridotte ad una flebile fiammella nel buio del precariato, dei contratti atipici e dei licenziamenti facili.
Celebrare la festa dei lavoratori oggi è anche questo: è essere coscienti e sensibili.
Cgil Cisl e Uil hanno scelto proprio i cantieri dell’A3, in prossimità della galleria Renazza, per celebrare il Primo maggio. Lo hanno fatto tenendo in mente una cosa importante: oggi più che mai c’è bisogno di lavoro, ma anche di garanzie, di sicurezza e soprattutto di solidarietà. La carreggiata nord dell’autostrada, che è stato teatro dell’ennesima tragedia, sarà anche il palco dal quale si dovrà cominciare a ricostruire un percorso che vada nel senso opposto rispetto alle spaventose percentuali sulla disoccupazione nella nostra regione.
Ci saranno anche i parenti dell’operaio scomparso, ai quali verrà consegnata una targa commemorativa per ricordare l’uomo e i tempi, maledetti, che corrono. Per i sindacati questa è una battaglia di civiltà: «che va combattuta senza risparmio in un paese che non può certo considerarsi civile se quotidianamente deve aggiornare il rosario dei caduti sul lavoro».
E a Lagonegro interverranno i segretari generali delle tre confederazioni lucane: Alessandro Genovesi per la Cgil, Nino Falotico per la Cisl, Carmine Vaccaro della Uil ma anche i lavoratori che porteranno sul palco della Renazza le testimonianze di chi non ha lavoro, di chi il lavoro lo ha perso e di chi lavora in condizione di precarietà. Niente festa in senso letterale: ovvero musica e concertone. Ma un lungo comizio di testimonianza che inizierà alle 10 e trenta di questa mattina per poi proseguire per tutta la giornata. Si chiederà maggiore sicurezza, più lavoro, meno precarietà e soprattutto un futuro migliore per la Basilicata.
ALL’OMBRA DELLE CIMINIERE – E poi c’è l’Ilva, il “mostro” tarantino che per una giornata sarà il palco per un evento a difesa dei dodicimila lavoratori dell’acciaieria ma anche della salute. Un binomio oggi come non mai estremamente difficile da conciliare. E così mentre a Roma si celebrerà il classico concertone, che ormai si è trasformato in una parodia di se stesso, dall’altra parte dello Stivale c’è un evento “resistente”, fortemente politicizzato e con un messaggio reale da veicolare. Un messaggio destinato a tutta l’Italia, ovunque i diritti dei lavoratori non sono tutelati, dai cantieri dell’A3 fino ai ragazzi che muoiono schiacciati dalle impalcature dei palchi degli artisti più prezzolati.
E così i direttori artistici dell’evento, Roy Paci e Michele Riondino, hanno chiamato a raccolta chi davvero vuole fare la differenza. C’è Vinicio Capossela, con la sua banda della Posta. La storia dietro questa banda è curiosa: è composta da un gruppo di anziani di Calitri, in alta Irpinia, che hanno messo su qualcosa di speciale. In fila alla Posta del paese in attesa della pensione hanno preso l’abitudine di tirare fuori gli strumenti per una danza propiziatoria ad ogni accredito degli assegni. Poi Capossela, eclettico ed esploratore, li ha scoperti e portati con sé. Il repertorio è classico: mazurke, valzer, polke. Tutte cose fagocitate dallo stregone Vinicio e dalla banda della Posta. Ma sul palco ci saranno anche i Nobraino, il gruppo di punk melodico nato e cresciuto a Pordenone Tre Allegri Ragazzi Morti, i salentini Sud Sound System, i milanesi, e un po’ fuori luogo, Afterhours, Paola Turci, Filippo Graziani. E ancora: 99 Posse, Ilaria Graziano & Francesco Forni, Mama Marjas, Rezophonic.
E poi c’è la sorpresa: ad aprire la giornata sarà Caparezza, pugliese di nascita, che presenterà il suo nuovo album. Si partirà alle 14:30 per una giornata in bilico tra la festa e la riflessione. Il tutto per un evento completamente autofinanziato grazie all’aiuto di cittadini e commercianti e organizzato dai “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti” tarantini. in poche parole un evento che ha la pretesa di fare la differenza rispetto a Roma o peggio ancora a Torino dove l’ospite è lo scialbo, incolore Robbie Williams. Spetta alla coscienza scegliere: dall’A3 a Taranto, non c’è nessuna differenza.
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