Francesco Zaccaria
3 minuti per la letturaA Gandoli, alle porte di Taranto, una scuola sarà dedicata alle memoria di Francesco Zaccaria, l’operaio, ragazzo, gruista, morto a 29 anni, precipitando in mare con una gru dell’acciaieria Ilva al porto di Taranto il 28 novembre 2012. Il suo corpo fu ritrovato a distanza di giorni a una profondità di 30 metri e a 30 metri dalla costa, dai sommozzatori, dopo che la città e la fabbrica fu attraversata da un improvviso tornado. Su altre due gru, tre operai si salvano per miracolo.
La sua morte suscitò rabbia e sgomento. Il papà, Amedeo, per anni si è battuto con studi e perizie portati avanti da sé e ha provato a dimostrare che quella gru non era volata solo a causa dell’agente atmosferico, ma che non erano state rispettate le misure di sicurezza. La sua caparbietà ha portato al processo con cinque imputati. Sarà presente anche lui domattina alla cerimonia che dedicherà il plesso dell’istituto comprensivo Agostino Gemelli alla memoria del figlio.
È la prima volta in Italia che un scuola è dedicata a un morto sul lavoro. Francesco Zaccaria preparava il matrimonio e aveva deciso di vivere con la sua compagna a Leporano, il paese di cui Gandoli è frazione, ma il suo progetto di vita fu stroncato. L’iniziativa dell’intitolazione della scuola è del Comitato 12 giugno. La sua morte è divenuta un simbolo tra le morti cosiddette bianche sul lavoro. Quelle che il segretario regionale Uil, Franco Busto, ha definito sulle padine del Quotidiano del Sud, morti rosse, come il colore del sangue. Negli ultimi mesi incidenti sul lavoro e vittime si sono ripetuti con una scia insopportabile.
Per questo i sindacati hanno incontrato i prefetti pugliesi su iniziativa dell’assessore regionale al Lavoro Sebastiano Leo. Un incontro in cui è emersa la necessità di un coordinamento omogeneo per affrontare la questione e l’inizio di un percorso all’interno delle scuole.
«Creare un coordinamento tra le prefetture, le istituzioni locali e le parti sociali e datoriali – spiega Busto – è fondamentale per affrontare nel modo giusto l’emergenza degli infortuni nei luoghi di lavoro. Al di là del protocollo in sé, è importante che tutti gli attori si parlino, in modo tale da coordinare al meglio gli interventi da mettere in campo, a cominciare da quelli di controllo e sanzionatori, che costituiscono la base sulla quale impostare la strategia per fermare questa ignobile strage.
Una cabina di regia che, tra l’altro, potrebbe tornare estremamente utile in vista della banca dati sugli infortuni nei luoghi di lavoro che nei prossimi mesi il Consiglio dei ministri si è impegnato a istituire al fine di monitorare al meglio il fenomeno. In particolare, ciò che abbiamo accolto con favore è la convergenza della Regione e dei prefetti su una nostra proposta lanciata già da mesi, ovvero la necessità di creare una cultura della sicurezza già nelle scuole, formando in tal senso – conclude – i lavoratori del prossimo futuro».
«Gli obiettivi raggiunti sono quelli di rendere omogena l’attività di vigilanza e controllo – spiega il segretario regionale Cisl Antonio Castellucci – e soprattutto creare omogeneità sull’intero territorio pugliese per un’azione congiunta e coordinata».
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