CATANZARO – L’ordinanza che autorizza a scaricare il “tal quale” in discarica sta per scadere. Il conto alla rovescia è iniziato. Un ciclone di rifiuti sta per abbattersi su tutta la Calabria. E allora prima di festeggiare la Pasqua di Resurrezione, per evitare che per l’intero territorio sia un’estate di Passione, il dipartimento regionale all’Ambiente convoca i gestori degli impianti della Calabria e fa il punto. Anzi una contro proposta che si concretizza in un’altra ordinanza che prevede in pratica l’implementazione degli impianti. Va chiarito si tratta di impianti non di discariche. Insomma di quelle macchine di trattamento meccanico biologico (in sigla Tmb) che trattano i rifiuti. Se non si può più scaricare l’immondizia così com’è, allora si cerca di aumentare la portata della spazzatura far confluire nelle macchine. Un atto che la Calabria aveva chiesto a Roma, ma il governo ha ignorato ogni richiesta.
E allora la regione fa da se’. Non ha alternative. Il conferimento diretto della spazzatura il cosidetto scarico del “tal quale” era in fondo anch’esso un’ordinanza firmata nel maggio dell’anno scorso. Con quell’atto la Regione autorizza le ditte incaricate a sversare in quell’occasione, prendendosi anche una grossa responsabilità la giunta informava: «Il Presidente ha firmato l’ordinanza che consente di conferire i rifiuti solidi urbani nel territorio della Regione Calabria senza il preventivo trattamento previsto». E nell’atto, in vigore ancora per poco, si legge che, «con decorrenza immediata, e per sei mesi, prorogabili, le discariche pubbliche e private (quelle utilizzate a supporto per il circuito pubblico) sono autorizzate a ricevere la quantità eccedente i limiti nominali autorizzati alla lavorazione presso gli impianti di trattamento meccanico biologico regionale dei rifiuti solidi urbani indifferenziati prodotti nel territorio della Regione senza il preventivo trattamento previsto».
L’ordinanza poteva arrivare ad un massimo di tempo, un anno. In pratica dopo i sei mesi era prorogabile (come è stato) per altri 120 giorni), ora è in scadenza. «Nei 120 giorni successivi, il dipartimento ambiente provvederà ad attuare tutti gli strumenti utili a garantire il corretto smaltimento dei rifiuti implementando “forme transfrontaliere per il trattamento/smaltimento, complementari con le azioni necessarie al definitivo superamento delle criticità nel ciclo dei rifiuti consistenti nell’indizione di apposita gara di affidamento del completamento del sistema tecnologico regionale compresi gli interventi necessari per l’ammodernamento impiantistico e normativo e le discariche di supporto, al fine di ottimizzare le capacità di trattamento assicurando la copertura regionale», è quello che diceva l’atto, ma la gara per espatriare i rifiuti all’estero è stata un flop, la ditta, anzi l’associazione temporanea di imprese che ha presentato l’offerta non aveva tutti i requisiti. E poi è accaduto un fatto singolare (ma non troppo in Calabria) ovvero che a presentarsi al bando è stato uno solo. Intanto la Regione lavora alle discariche di supporto, due sono previste nel cosentino, i Comuni hanno già avuto i soldi, una a Lago e l’altra a Terranova da Sibari. Ma per costruire l’impianto di Bisignano, salvo eccezioni ci vorranno anni, e intanto ogni giorno la Calabria produce 1.200 tonnellate di immondizia in più rispetto a quello che riesce a trattare, perchè la raccolta differenziata è solo una parola di cui riempirsi la bocca, considerando che è appena al 13 per cento.