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La manifestazione a Reggio Calabria

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REGGIO CALABRIA – Nuovo sabato di manifestazioni no green pass in diverse città italiane. E anche Reggio Calabria risponde presente. È piazza Camagna il fulcro del sit-in per ribadire il no all’estensione dell’obbligo del certificato verde per l’accesso ai luoghi di lavoro.

A promuovere la pacifica iniziativa tenutasi ieri sera una serie di sigle di partiti, associazioni e movimenti da tempo in prima linea per la revoca dell’«odioso lasciapassare» necessario da venerdì anche per recarsi al lavoro.

Contro la dittatura sanitaria e una normativa liberticida, secondo i manifestanti, in palese violazione dei precetti costituzionali e della legislazione comunitaria, “Ancora Italia per la sovranità democratica”, “Forza del Popolo”, “Fronte del dissenso”, “SìAmo-libertà di cura, comunità, coscienza”, “Codacons”.

Una cinquantina le persone (tra loro anche esponenti della Fiamma Tricolore) che senza bandiere né striscioni danno vita ad una civile manifestazione di dissenso contro le decisioni del governo Draghi che per incentivare le vaccinazioni ha introdotto l’obbligo del green pass, strumento divisivo e decisamente indigesto a chi si oppone a quello che è stato ribattezzato come «totalitarismo tecnocratico-sanitario».

A sposare la medesima battaglia a difesa del diritto al lavoro che nessuna disposizione in una democrazia liberale si riteneva potesse limitare in assenza di un esplicito obbligo vaccinale, si schiera anche CasaPound, che la notte prima aveva affisso in città uno striscione a sostegno dello sciopero dei portuali che da Trieste si sta estendendo a tutta Italia. Chiaro il messaggio: “Dal 1954 porto, faro, orgoglio italiano. Tutta Italia come Trieste. #nogreenpass”.

Il sostegno di CasaPound va «a chi in questi giorni mette a rischio la propria sicurezza economica e lavorativa per una battaglia, quella contro il green pass, che è di tutti e per tutti: il nostro non è e non sarà mai un popolo di manovrabili burattini».

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