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REGGIO CALABRIA – Un uomo di 43 anni, Martino Fotia di Cardeto, in provincia di Reggio Calabria, si è costituito ai Carabinieri che da qualche giorno lo stavano braccando in quanto destinatario di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla locale Procura, per tentato omicidio e porto e detenzione illegale di pistola. 

Tutto ha avuto inizio un mese fa circa, quando una sera qualcuno ha chiamato i Carabinieri della Stazione di Cardeto riferendo che al culmine di una lite tra due persone si era sentita l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco. I Carabinieri, prontamente intervenuti, non hanno trovato evidenza di nulla, nemmeno i due litiganti. Avviando le indagini nonostante il muro di omertà innalzato dai residenti, i Carabinieri hanno dato vita a una battuta in grande stile nelle aree periferiche di Cardeto. 

E’ così che in piena notte uno dei due litiganti, Paolo Vadalà di 38 anni, si presenta alla Stazione Carabinieri e racconta la sua versione dei fatti. L’uomo spiega di avere vecchi dissidi con Martino Fotia, di essere ingiustamente accusato di avere dato fuoco a delle autovetture nell’ultimo anno, e che qualche sera prima ha affrontato a muso duro il Fotia, il quale dopo schiaffi e pugni, al culmine della lite, avrebbe estratto dalla cintola una pistola iniziando a sparargli contro numerosi colpi. 
Vadalà si sarebbe sottratto al piombo fuggendo a zig-zag, e dopo essere inciampato in fondo a un vicolo, sarebbe riuscito miracolosamente a raggiungere il bosco, dove avrebbe dormito all’aperto nelle ultime 48 ore. I Carabinier, giunti sui loghi indicati da Vadalà, hanno rinvenuto fori sulle mure e frammenti di ogiva. Così sono scattate le ricerche di Fotia, terminate ieri quando l’uomo si è presentato spontaneamente al carcere di San Pietro.
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