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POTENZA – Il centrodestra che governa la Regione Basilicata? «Amici» che «possono fare meglio e devono fare meglio», e che Italia viva intende sollecitare a «un lavoro più incisivo» pur restando tra i banchi dell’«opposizione». Che non vuol dire essere «contro», ma di stimolo «a fare di più».


E’ quanto dichiarato, ieri, dall’ex premier Matteo Renzi, in visita a Matera in mattinata e poi a Potenza per un incontro con gli imprenditore, e la presentazione del suo ultimo libro. Non già un annuncio di matrimonio con Forza Italia, Lega e meloniani, dopo il successo della convivenza sperimentata alle scorse amministrative in un centro lucano come Melfi e tanti altri comuni italiani. Ma qualcosa in più di un’occhiolino. Basti pensare che all’arrivo nel capoluogo il leader di Italia viva ha incontrato proprio il presidente della giunta regionale, Vito Bardi. Un faccia a faccia celebrato da un’immagine di loro due assieme pubblicata su Twitter dal governatore, che ha parlato di «una lunga e cordiale chiacchierata sul futuro della Basilicata».
Quale sarà il prodotto di questa consonanza tra l’ex premier e il generale si capirà soltanto nei prossimi mesi. Ma è chiaro che con un rimpasto di giunta all’orizzonte e la presidenza del Consiglio regionale da rinnovare a sobbalzare sulla sedia sono stati in tanti. Specie tra quanti all’interno dell’attuale perimetro della maggioranza di via Verrastro aspirano a ottenere, o a conservare, un posto da assessore, come pure la guida del parlamentino lucano.


Già nella scorsa legislatura, infatti, il rinnovo della presidenza del Consiglio è coinciso con l’allargamento del fronte dei sostenitori dell’allora governatore Pittella. Considerato lo stallo amministrativo provocato dalle ripetute intemperanze in aula di diversi esponenti dell’attuale maggioranza, quindi, prende quota la possibilità che il generale chiuda in questo modo la riflessione avviata 3 settimane orsono con l’annuncio di un rinnovamento complessivo dell’azione di governo. Stringendo coi renziani un patto che porti l’attuale vicepresidente del Consiglio regionale, Mario Polese, sullo scranno più alto dell’assise al posto del leghista Carmine Cicala. In cambio del “soccorso” di Italia viva in aula nei momenti più delicati, per neutralizzare velleità e ricattucci degli scontenti per la situazione presente e futura. Quali che siano le altre postazioni su cui si interverrà, o non si interverrà, anche all’interno giunta.


L’ex premier ha speso parole di stima per il governatore, definito «un galantuomo», anche di fronte alla platea riunita al cinema Due Torri di Potenza. Con amici vecchi e nuovi come il sindaco di Latronico – e primo renziano lucano – Fausto De Maria, e il senatore Salvatore Margiotta, che però al momento della fuoriuscita dal Nazareno ha deciso di restare col Partito democratico. Non poteva passata inosservata, però, neanche la presenza del neo-sindaco di Melfi, Giuseppe Maglione, appena eletto grazie al sostegno di un’inedita coalizione centrodestra-Italia Viva. Un esperimento, quello della cittadina federiciana, di cui Renzi si è mostrato entusiasta. Così come dei risultati ottenuti in altri centri della regione, tra i quali ha citato, in particolare, Ferrandina, dove a conquistare la fascia tricolore è stato Carmine Lisanti: renziano di origini, ma “costretto” ad abiurare il suo credo in campagna elettorale per conservare il sostegno del Partito democratico. Uno dei grandi assente delle tue tappe della visita in terra lucana di ieri dell’ex premier.

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Antonella Giacummo

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