Gianluca Gallo festeggiato dopo il responso delle urne
4 minuti per la letturaCASSANO ALLO JONIO (COSENZA) – Ha iniziato da adolescente a vivere la sua passione politica tra le file della Democrazia cristiana e dopo un percorso naturale che lo ha visto consigliere comunale, sindaco, consigliere e assessore regionale all’Agricoltura e al Welfare, oggi, Gianluca Gallo è, con i suoi 21692 voti, tra i principali vincitori delle ultime elezioni regionali, essendo risultato il primo eletto nel consiglio regionale e il più votato nella storia del regionalismo calabrese.
Con Gianluca Gallo abbiamo discusso del successo, oltre le più rosee aspettative, della coalizione di centrodestra con Roberto Occhiuto presidente, e, soprattutto, del suo “successo”.
La vittoria del centrodestra in Calabria era nell’aria, ma i risultati vanno oltre le aspettative. Cosa è successo?
«I calabresi hanno apprezzato la proposta politica incarnata da Roberto Occhiuto e hanno valutato positivamente il lavoro portato avanti sin qui dalla giunta regionale nata sotto la presidenza di Iole Santelli: è la dimostrazione che la politica, il senso di responsabilità, la moderazione non sono slogan vuoti di stagioni andate, ma valori di cui ancor oggi si avverte un grande bisogno».
Questo risultato fa cambiare qualcosa in termini di rapporti all’interno della coalizione di centrodestra?
«Credo che il responso delle urne sia chiaro, e premi il lavoro svolto negli ultimi due anni in provincia di Cosenza come nel resto della Regione. In democrazia, del resto, sono gli elettori a disegnare, col voto, scenari ed equilibri. In Calabria le elezioni premiano il centrodestra ed esaltano il valore del dialogo e del confronto come metodo, rifuggendo dal qualunquismo urlato e privo di prospettive. In questo quadro, anche grazie al traino di Roberto Occhiuto e al lavoro sul territorio di parlamentari come lo stesso Occhiuto, Francesco Cannizzaro e Giuseppe Mangialavori, tra l’altro anche nostro coordinatore regionale, Forza Italia conferma la sua centralità politica, secondo un modello che guarda alla Calabria ma parla a tutta l’Italia».
Alle scorse Regionali lei è stato il candidato più votato della sua coalizione. Oggi, con 21.692 voti, è andato oltre ogni benevola aspettativa, risultando il più votato in assoluto non solo di questa tornata elettorale, ma di tutta la storia del regionalismo calabrese. Come si sente?
«Emozionato, commosso. Stento a trovare parole adatte per ringraziare le migliaia di calabresi che mi hanno dato stima e fiducia. Allo stesso tempo, avverto una grande responsabilità: ogni singolo voto è una spinta a lavorare senza risparmiarsi per dare risposte ai tanti problemi che interessano la quotidianità di tutti e di ciascuno: legalità, lavoro, sanità sono i tre ambiti nei quali bisognerà maggiormente adoperarsi per garantire certezze e futuro ai calabresi».
Da dove nasce questo grande consenso? Non c’è stato angolo della provincia di Cosenza che non Le abbia tributato consensi. È il frutto della rete di amici che lei negli anni ha saputo creare?
«È la storia di un cammino e di un progetto politico iniziati quando, ancora adolescente, frequentavo la sezione della Dc. Nel tempo relazioni e conoscenze si sono intrecciate con la definizione di un progetto politico sperimentato con successo anche a livello istituzionale, prima alla guida del Comune di Cassano poi in Regione. Oggi arriva questo risultato straordinario, che non è un punto di arrivo ma una nuova tappa di quel percorso lungo il quale si sono affacciati, negli ultimi tempi, insieme a me, tanti giovani e molti amministratori locali: nuove speranze e solide esperienze uniti per dare un contributo, in termini di classe dirigente, al rilancio della Calabria».
È il frutto del suo continuo e capillare lavoro di assessore all’ Agricoltura e al Welfare?
«Non c’è dubbio che l’esperienza di assessore, con l’esercizio di due deleghe così rilevanti, per di più in un periodo delicato quale quello segnato dalla pandemia, abbia pesato, positivamente, anche nelle urne: in tutti questi mesi, ancor prima che la campagna elettorale avesse inizio, è nato un rapporto quotidiano con organizzazioni di categoria, associazioni, gruppi, cittadini. In molti si stupivano di poter essere ricevuti da un assessore in Regione anche senza appuntamento, o di poter avere risposte nel cuore della notte. Credo sia il minimo, per un eletto: in politica si è al servizio della comunità, e si ha l’obbligo di ricercare ogni possibile soluzione ed aprire orizzonti di crescita. È la bussola che ha sempre ispirato il mio agire: non intendo rinunciarvi».
Continuerà a dare il suo contributo in questi settori?
«Non ho bandierine da piantare o pretese da accampare. Deciderà, liberamente, il presidente Occhiuto, persona di grande equilibrio e rara lucidità politica».
Che peso ha avuto in questa sua rielezione il movimento “La Calabria che Vuoi” di cui Lei è stato il fondatore?
«Ha avuto il merito di allargare la base elettorale di Forza Italia in provincia di Cosenza, avvicinando al partito esperienze e figure distinte da esso sebbene gravitanti nell’area del cattolicesimo popolare. Non competizione, ma complementarietà, in direzione di una sinergia che anche nelle urne è stata premiata, contribuendo al radicamento ed all’affermazione di FI un po’ ovunque, nel cosentino».
Lei ha fatto la cosiddetta “gavetta“: consigliere comunale, sindaco, consigliere regionale e assessore regionale. È legittimo pensare al Parlamento?
«È il tempo di pensare alla Calabria: non c’è un destino personale che possa essere slegato da questa necessità».
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