La villa teatro della rapina
3 minuti per la letturaSCALEA (CS) – Una tentata rapina in stile “arancia meccanica” è avvenuta in una villa di Scalea, lo scorso 29 settembre. La notizia è iniziata a circolare solo in queste ore, perché su quanto accaduto è stato mantenuto il più stretto riserbo per via della particolarità del caso.
Sul fatto di cronaca indagano i carabinieri della compagnia di Scalea e coordina direttamente la Procura della Repubblica di Paola, con a capo il procuratore Pierpaolo Bruni. Si ipotizzano, al momento a carico di ignoti, i reati di sequestro di persona, in quanto le due persone presenti nella villa sarebbero state tenute per alcune ore in ostaggio; rapina, perché la banda ha più volte fatto richiesta di oggetti di valore e denaro ed ha portato via una somma importante di denaro.
Si ipotizzano ancora i reati di violazione di domicilio; lesioni, in quanto il malcapitato proprietario della villa è stato colpito più volte, tant’è che nella nottata gli sarebbe stato chiesto anche di organizzare il ricovero in ospedale, e invece l’imprenditore avrebbe rifiutato, essendo anche medico. La storia, per ovvi motivi, ha contorni particolari sui quali si sta cercando di far luce.
La vittima, l’imprenditore Nunzio Rotondaro, ha confermato la presenza di quattro energumeni. I malviventi, probabilmente, persone esperte in questo genere di rapine, hanno fatto ingresso nella villa, intorno all’1.30 della notte, forzando una grata. Pare che lo stesso imprenditore si sia reso conto di rumori provenienti dal piano terra. Almeno due uomini hanno portato il terrore all’interno dell’abitazione dove, pare, ci fossero l’imprenditore di Scalea e una donna straniera. I rapinatori hanno usato le maniere forti colpendo duramente più volte l’imprenditore e usando maniere non certo gentili anche verso la donna.
Pare che chi ha agito all’interno dell’abitazione abbia tenuto delle buste di plastica nelle braccia, forse per evitare di lasciare tracce. I malviventi hanno cercato più volte di colpire i malcapitati e successivamente, dopo aver recuperato una somma importante di denaro, hanno guadagnato l’uscita dileguandosi nella zona di località Petrosa. Le strade, nella parte alta del centro abitato di Scalea, si collegano alla vicina statale 18, fornendo ampie possibilità di fuga. Sono in corso le indagini che, come abbiamo accennato, vengono portate avanti nel più assoluto riserbo. I fatti accaduti, non a caso, sono venuti fuori a distanza di qualche giorno. L’imprenditore edile ha confermato di non essersi recato in ospedale e di aver organizzato autonomamente le cure del caso. Inevitabilmente è rimasto molto scosso per quanto accaduto e c’è anche da ricordare che Nunzio Rotondaro è stato vittima in passato di un’altra complessa vicenda di cronaca entrata a far parte degli atti delle operazioni denominate “Plinius” e “Plinius 2”.
L’imprenditore è stato vittima di una tentata estorsione che è iniziata a partire da gennaio 2012, quando aveva iniziato a ricevere visite da parte di sconosciuti che affermavano di parlare a nome degli “amici di Cetraro”. Tre mesi dopo, sempre nella sua abitazione di località Petrosa, udiva degli spari, constatando la presenza di tre colpi di pistola sull’uscio della propria abitazione. A Belvedere Marittimo, nei pressi di un sottopasso era rimasto vittima di un ulteriore episodio intimidatorio con l’utilizzo di un’arma.
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