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POTENZA – In copertina della loro pagina facebook spicca l’immagine di un romanzo, “Quinta Colonna” di Graham Greene. Racconta la storia di un uomo finito nelle spire dello spionaggio nazista nella Londra del 1942. Ma di connessioni “politiche” o fantapolitiche (visto il tono del romanzo) con il gruppo Quinta Colonna Lucana di Gallicchio non ce ne sono. Certo potrebbe venire in mente la “Quinta Columna” dei franchisti sostenuti dal fascismo in Spagna, o il termine generale di “gruppo militare” nato per favorire il nemico. Eppure non c’è nulla di tutto questo, perché dietro questo movimento si celano i disoccupati di quell’area, gli stessi che da mesi, più precisamente da dicembre mese della formazione del movimento, si riversano spesso per strada con un chiaro obiettivo: convincere la Total e le aziende che operano sulla concessione di Tempa Rossa per la costruzione del centro oli ad assumere i disoccupati di Gallicchio, attualmente esclusi dall’accordo ministeriale sulla concessione, che prevede assunzioni lucane su tutti i livelli.
E sono loro che per una settimana hanno messo in pratica cortei e proteste, incassando anche l’appoggio del sindaco di Gallicchio, Pasquale Sinisgalli, che per ora è riuscito a strapopare soltanto la promessa di un tavolo in regione che possa rivedere quantomeno gli accordi presi con le altre aziende.
Ma di queste 50 persone, alcune con precedenti anche utili alla questione, due di loro per esempio hanno lavorato per compagnie petrolifere in Basilicata, sono quella parte di regione che cammina a fatica e deve affrontare il dramma della disoccupazione nella propria terra. Ieri mattina dieci di loro si sono trovati sulla strada provinciale 103, nel comune di Corleto Perticara, posizionati all’incrocio che porta a Guardia Perticara. L’ennesima protesta che suona soprattutto come una richiesta: lavoro, assunzioni, garanzie per il futuro. Ma diciamo che la concertazione con le aziende private che lavorano all’interno del cantiere di Tema Rossa è piuttosto difficile, perché a loro in questo momento spetta, eventualmente, lavorare su qualche assunzione. Con la Total si potrà ragionare dopo, a lavori consegnati.
Ma per capire anche la ragione di questo movimento bisogna tenere in considerazione il fatto che si definiscono un gruppo «apolitico» che, di fatto, cerca di tenersi alla larga da eventuali “protettori”. E non si tratta neanche di un gruppo con marcate caratteristiche ambientaliste o anti-petrolio. Qua si parla di necessità primarie: lavoro e basta, garanzie per il futuro.
Ieri sera il gruppo si è anche riunito per fare il punto della situazione, ma c’è da tenere presente che almeno ora si attende la possibilità quantomeno di poter incontrare qualcuno in regione ed esprimere le perplessità sulla questione assunzione, riservata esclusivamente a quei comuni che si trovano effettivamente nella concessione Tempa Rossa. Gallicchio è uno di quei comuni esclusi, ed è proprio questo il problema principale. Dopo la 5 giorni di proteste di febbraio comunque il movimento cerca di tenere insieme le varie anime che lo compongono. Il problema principale sta in un altro fatto: Total aveva pensato di utilizzare i lavoratori di Gallicchio in un’altra concessione, “Grotta Salice”, ma non fece i conti su una possibile, così come è stato, mancata autorizzazione. Il problema adesso è quasi tutto nelle mani del sindaco che effettivamente è l’uomo deputato a “contrattare” con le grandi multinazionali petrolifere e la Regione stessa. Le richieste restano tutte indirizzate alle assunzioni e, nel caso specifico di Total, aggiungono una componente in più, la necessità di formare questi disoccupati. Un’impresa complicata, senza un sostegno.
v.panettieri@luedi.it
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