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Il 30 novembre dello scorso anno avevano pestato un cittadino rumeno, operaio nell’azienda agricola del padre a Scanzano, aggredendolo con bastone e forcone. Ieri A.C., 26 anni e suo fratello G.C. 24 anni sono finiti in manette al termine di indagini condotte dai carabinieri del comando stazione di Policoro. I fatti risalgono allo scorso anno quando i due videro l’operaio intento a rifornirsi di gasolio da un barile dell’azienda di famiglia. L’uomo in realtà non era riuscito a rintracciare il suo datore di lavoro perchè sua moglie, incinta, lo aveva chiamato affinchè la raggiungesse perchè stava male. Il pagamento in buoni benzina era una consuetudine che l’imprenditore agricolo aveva più volte usato con il rumeno che, aveva pensato, in quelal fase di emergenza di usare il carburante per la sua auto. Senza dargli la possibilità di spiegarsi, i due fratelli lo avevano colpito ripetutamente provocandogli ferite guaridibili in 40 giorni (trauma cranico e frattura delle ossa del naso, di un’ulna e frattura di quattro costole e lesioni a un dente. Al termine del pestaggio, lo avevano fatto salire a bordo dell’auto a cacciato. Al suo arrivo a casa, dalal moglie, il rumeno era svenuto a causa dei forti dolori. Nel pomeriggio dello stesso giorno anche il padre degli aggressori si era recato a casa dell’operaio rumeno, minacciato di morte la compagna dell’uomo e lanciato un sasso contro il parabrezza dell’auto. La denuncia delal vittima, giunta 24 ore dopo l’aggressione per timore di ulteriori ritorsioni aveva avviato le indagini giunte alla dottoressa Alessandra Susca. Le sue valutazioni erano coincise con quelle del pm, Angela Rosa Nettis che ne aveva previsto l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per concorso di lesioni personali gravi.
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