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VIBO VALENTIA – Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha rigettato i ricorsi dell’avvocato vibonese Antonio Galati e dell’ex vice capo della Squadra Mobile di Vibo Valentia, Emanuele Rodonò, confermando l’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta il 25 febbraio scorso dal gip distrettuale Abigail Mellace. Antonio Galati è accusato di associazione mafiosa, mentre per Emanuele Rodonò l’accusa è quella di concorso esterno in associazione mafiosa (LEGGI L’ARTICOLO SULL’OPERAZIONE).
Ancora da discutere, invece, la posizione dinanzi al Tdl di Maurizio Lento, ex capo della Squadra Mobile di Vibo, pureaccusato di concorso esterno in associazione mafiosa. I due funzionari di polizia e l’avvocato sono accusati, a vario titolo, di aver avuto rapporti con il clan Mancuso di Limbadi (Vv) (LEGGI LE RICOSTRUZIONI SUI RAPPORTI).
L’inchiesta che li riguarda trae origine da un’informativa del Ros di Catanzaro denominata “Purgatorio” che ha visto il coinvolgimento anche di quattro magistrati operanti nel distretto di Catanzaro. Per due di loro, Giancarlo Bianchi e Giampaolo Boninsegna, sia il gip che il Tdl di Salerno hanno confermato il totale proscioglimento da tutte le accuse. Un terzo, l’attuale pm della Procura di Catanzaro, Paolo Petrolo, si trova imputato a Salerno per il reato di rivelazione di segreti d’ufficio, mentre la posizione del giudice Cristina De Luca, prima in servizio al Tribunale di Vibo ed ora al Tribunale di Salerno, è pendente dinanzi al Tribunale di Napoli.
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