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«ASCOLTO, protagonismo, partecipazione e rappresentanza sono il nostro faro da qui a 4 anni garantendo tutela e aprendoci ai problemi che ci sono».

Manuela Taratufolo spiega così il lavoro che la Cgil di Matera dovrà fare nei prossimi mesi al fianco dei lavoratori ed in un momento molto particolare. Questa mattina alla Casa Cava alla presenza anche del segretario di organizzazione Vincenzo Scudiere e del segretario regionale Alessandro Genovesi ci sarà il congresso provinciale del sindacato.

«Questa fase congressuale inizia in un contesto di non lavoro, di disperazione e di difficoltà.

Di chi lavora ma vuole migliori condizioni e di chi si trova di fronte ammortizzatori sociali o ritardate mensilità. Molti sono i giovani scolarizzati che cercano risposte e che sono spesso costretti a dover cercare altrove».

In questo contesto però la volontà di partecipare e di ascoltare non è venuta meno e Manuela Taratufolo sottolinea i numeri della Cgil materana, segno tangibile di partecipazione, con 20.436 iscritti nel 2013 e 244 assemblee con il 49 per cento di partecipazione.

LE 10 PRIORITA’ – «La gente rivendica la volontà di porre questioni ed essere ascoltata ricevendo delle risposte concrete. Risposte che fino ad ora non abbiamo avuto. Serve per esempio una vera politica di equita fiscale non possiamo pensare a creare lavoro con meno diritti e meno tutela. Noi come Cgil abbiamo posto al Governo 10 priorità a livello regionale e si tratta di 10 necessità dei territori. Di fronte a questo serve buona politica cioè che la politica si faccia carico dei problemi generali. E c’è da pretendere che ognuno in questa situazione faccia la sua parte. Si tratta di cose semplici che potrebbe anche essere superfluo sottolineare e di cui però è bene farsi portavoci. Serve lavorare su temi come il lavoro, lo sviluppo, la crescita».

LEGGE ABORTO – E’ anche per questo ed in questo contesto che l’ultima proposta di legge, cosiddetta antiaborto ha fatto tanto discutere e Manuela Taratufolo non esita a parlare di «una proposta aberrante che dequalifica il ruolo di un Consiglio regionale con un incentivo a non abortire, una legge contro la libertà delle donne. Un tema delicato quando non si affrontano invece questioni centrali come il lavoro nero oppure non si prendono posizioni su temi come quello della maternità (una volta che la donna ha deciso) che invece è molto importante.

Importante sarebbe anche intervenire decisamente sulla legge di diritto allo studio, sui temi della conoscenza, sul ridimensionamento dominante a livello economico e di imprese, sulle agevolazioni alla mobilità.

Bisognerebbe pensare a rafforzare l’edilizia scolastica sui territori, sarebbe un aiuto per lo studio, per le famiglie e anche per il lavoro e per un settore in difficoltà come quello edile.

Sappiamo che un altro problema riguarda le questioni legate al patto di stabilità ed anche lì sarebbe importante liberare risorse ma è ancora più importante liberare i giusti capitoli di spesa».

Poi una battuta sul mobile imbottito e su un settore «su cui vogliamo credere anche per il futuro, il sindacato ha voluto un accordo di programma già faticoso e che oggi non si rende operativo e ci troviamo a vedere giovani lavoratori senza ammortizzatori sociali che non sono avviati nemmeno in un  percorso di ricollocazione produttiva. Speriamo davvero di non poter recuperare un settore che non vogliamo perdere e che non si può fermare».

Ma le battaglie necessarie in un contesto nel quale le difficoltà dei giovani a trovare lavoro si uniscono a quelle degli anziani di andare avanti e di coloro che si trovano nel mezzo e devono difendere o recuperare un posto rimangono enormi. «Altro dato è la lotta all’evasione cioè il coraggio, necessario, di fare una patrimoniale in modo da redistribuire risorse visto che non tutti pagano le tasse.

L’idea è che alcune risorse ci sono ma bisogna fare ciò che si può fare al meglio, usufruendo anche di quei fondi che invece sono inutilizzati.

Penso per esempio al pubblico impiego dove l’adeguamento dei servizi, il suo svecchiamento insieme alla stabilizzazione dei precari sono indubbiamente le priorità».

IL RUOLO DEL SINDACATO – In questo contesto importante è cosa può e deve fare il sindacato. «Noi sappiamo che serve un sindacato forte, sappiamo che la stagione delle separazioni ha prodotto danni che non ci possiamo più permettere, gli accordi separati non hanno pagato. Serve un sindacato di rivendicazione, tutela e di difesa dei diritti. Il contesto attuale è contraddittorio, c’è chi ha tutti i diritti e chi, soprattutto i più giovani, si sentono privati e chi in mezzo non ha la difesa del passato e non riesce a costruire una prospettiva. Ci vuole dunque» continua la Taratufolo, «la responsabilità di costruire una prospettiva certa».

LAVORO È FUTURO – «Dobbiamo ripartire esattamente da lì, il futuro sta nella creazione di lavoro. Nel guardare tutte le potenzialità e creare azioni concrete, penso per esempio ad una cantieristica che preveda interventi di emergenza, penso ad una legge sull’infanzia e sul diritto allo studio, alla stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, alla necessità di innovare i servizi pubblici per garantirne la qualità alla collettività. Penso all’attenzione per la forestazione, altro caso fondamentale, dobbiamo guardare all’ambiente dissestato per dare lavoro e per difendere al tempo stesso il nostro territorio che frana e che invece va reso assolutamente sicuro».

Poi la questione Valbasento: ««un tema su cui non si può sbagliare. Quella bonifica va fatta, i soldi ci sono e non si possono perdere. E’ meglio dare risposte ai lavoratori che sono in attesa da troppo tempo».

In questo senso importante è anche coniugare le scelte ed il lavoro con l’ambiente. «Bisogna coniugare questi interessi diversi che possono stare insieme con misure giuste per ambiente, salute e lavoro».

GIOVANI E PENSIONATI – «Credo che sia importante coinvolgere i giovani nelle rivendicazioni, riuscire ad ascoltarli, stare con loro e rivendicare la prospettiva di un lavoro sicuro. Nei prossimi anni questa sarà una delle priorità.

Poi dovremo pensare, cosa non meno importante, ai pensionati. In questi anni la contrattazione sociale è stata accantonata per mancanza di risorse.

Tranciata dalla crisi, oggi è importante creare un fondo per non autosuffiicenti in modo da garantire l’assistenza domiciliare agli anziani ed aprire al lavoro di moltissimi giovani. Sconfiggendo le diseguaglianze e la povertà che questa crisi ci ha portato».

p.quarto@luedi.it

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