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TORINO – Francesco Furchì, l’uomo di origini calabresi, e nello specifico vibonesi, accusato dell’omicidio del consigliere comunale Alberto Musy (LEGGI LA NOTIZIA), è stato ricoverato in ospedale alle Molinette di Torino. Furchì, che si trova in carcere da oltre un anno, da qualche tempo aveva iniziato lo sciopero della fame e in questi giorni aveva annunciato l’avvio dello sciopero della sete. «E’ la protesta di un innocente – afferma Giancarlo Pitteli, avvocato difensore di Furchì – che da più di un anno in un carcere e al quale è stato costruito il vestito del colpevole attraverso la ipervalutazione di sospetti». 

   

 

Nativo di Ricadi in provincia di Vibo Valentia, Furchì vive a Torino da anni, dove è presidente dell’associazione Magna Graecia Millenium, che «opera nel campo della cultura, della solidarietà, della diffusione dei valori della calabresità in terra di Piemonte»

 
 

Dietro al delitto, secondo l’accusa ci sarebbero ragioni economiche. L’agguato risale al 21 marzo 2012: l’aggressore gli sparò contro sei colpi di pistola, per ucciderlo. E se Alberto Musy, avvocato, docente di diritto e consigliere comunale del Terzo Polo, non è morto quella mattina, nel cortile del palazzo in cui abitava, lo deve probabilmente al caso. Ricoverato all’ospedale Molinette e sottoposto a un intervento chirurgico durato diverse ore, è rimasto in coma per 19 lunghissimi mesi, fino alla morte che lo ha colto lo scorso ottobre.

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