3 minuti per la lettura
AVELLINO- Nelle settimane in cui torna prepotente il dibattito sull’emergenza ambientale del capoluogo e dei comuni limitrofi, ritorna d’attualità anche il destino delle grandi progettazioni che il Comune di Avellino ha immaginato per segnare la svolta nella gestione delle politiche ambientali.
A distanza di quasi due anni dalla delocalizzazione del terminal bus da Piazza Kennedy nello spiazzale dello stadio, sempre le cronache di questi giorni ci consegnano un generale caos nella gestione del trasporto pubblico locale, mentre le polveri sottili continuano ad impennarsi. Il sindaco Gianluca Festa, tuttavia, ha sempre sostenuto che le cause dell’inquinamento ambientale non fossero da ricercare nel traffico veicolare e, del resto, i continui sformanti di Pm10 registrati durante i mesi di lockdown gli anni dato ragione.
Va bene anche la nuova ordinanza per vietare gli abbruciamenti 24 ore su 24 ma, sempre come ha detto dallo stesso Festa, vanno studiate tutte le concause dell’inquina – mento, al fine di emanare provvedimenti contingenti. E in questo discorso si collega il grande progetto della realizzazione di un Centro di monitoraggio ambientale, intuizione dell’ex amministrazione guidata dal sindaco Paolo Foti che, con l’allora assessore all’ambiente Augusto Penna, pensò all’ex Macello comunale che sorge ai confini tra Avellino e Atripalda come sede deputata allo scopo, inizialmente candidato al canale finanziario del Fondo di rotazione per un importo di poco più di 400mila euro.
Un progetto ritenuto ambizioso dal sindaco Gianluca Festa e meritevole di un fondo economico più consistente. Di qui, lo scorso giunto, la presentazione del progetto riformulato ad un bando ministeriale, per un massiccio intervento di riqualificazione dell’ex Macello dal valore economico di circa 5 milioni. La progettazione è stata avviata tramite un gruppo misto tra tecnici interni all’Ente e professionisti esterni guidati dall’ingegner Pasquale Dragonetti, specializzati in alcune discipline, poi affidata ad un Raggruppamento di imprese con capogruppo
“OAI Officina Architetti e Ingegneri” ( ingegner Roberto Faraco), mentre i servizi immateriali in favore della “STA Consulting srl”. Il progetto preliminare di fattibilità tecnico economica delle imprese, modificato secondo le prescrizioni disposte dalla Conferenza dei Servizi, quindi deliberato dalla giunta Festa dopo aver acquisito il parere della Soprintendenza.
Per la ristrutturazione e rifunzionalizzazione di parte dell’edificio ex Macello Comunale l’investimento economica arriva a 3 027 854,94 euro, a cui vanno aggiunti 1.277.447,62 euro necessari alla realizzazione dei servizi immateriali da ubicare in una parte della struttura, per un importo totale di 5 216 754,76 euro.
La determina con la progettazione esecutiva è stata trasferita al Ministero dell’Ambiente per cercare di intercettare i fondi che potrebbero consentire al Comune di mettere a bando l’appalto per l’avvio materiale dei lavori che, una volta partiti, dovrebbero durare tre anni. Il “Cemas” mira a costituire tre diverse rete di monitoraggio, non solo ambientale, ma anche idrogeologico e sismico attraverso l’impiego di strumentazione automatica, manuale e campagne di misura, che permettano l’acquisizione di dati e la determinazione di indicatori specifici per l’analisi e la valutazione dello stato dell’ambiente, con reti di monitoraggio della matrice acqua, per la valutazione della qualità dell’aria, per il monitoraggio idrometrico, la valutazione dei campi elettromagnetici e similari, e per la matrice suolo e la programmazione dei criteri di analisi ed elaborazione di dati e serie temporali.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA