COSENZA – «La relazione della commissione d’accesso per noi è una notitia criminis». Lo ha affermato il procuratore capo di Cosenza, Dario Graneri, lasciando intendere che alla base della nuova attività investigativa in corso presso la sede dell’Azienda sanitaria provinciale, ci sia proprio il documento inviato dal prefetto al ministero dell’Interno, frutto di mesi di lavoro dei commissari incaricati di controllare gli atti dell’Asp. Documento da diverse settimane sul tavolo del procuratore Granieri. Nei giorni successivi ai clamorosi sviluppi avuti dalla notizia sull’indagine a carico, fra gli altri, dell’avvocato Andrea Gentile, figlio del senatore Tonino Gentile, per le “consulenze d’oro” affidate dal direttore generale dell’Azienda sanitaria, Gianfranco Scarpelli ad alcuni legali di Paola, alla sede dell’Asp hanno fatto visita nuovamente gli investigatori per acquisire pratiche anche relative a gare d’appalto. In particolare, lunedì 3 marzo, sarebbero state acquisite le deliberazioni inerenti l’appalto «per l’affidamento del servizio di pulizia, disinfezione, sanificazione immobili e lavaggio biancheria piana, confezionata e materasseria con gestione guardaroba e fornitura dei set sterili di biancheria in Ttr per gli usi di sala operatoria, delle strutture sanitarie e amministrative dell’Asp di Cosenza». Un appalto di quasi 56 milioni di euro. Un appalto vinto da “A.T.I. CNS Società cooperativa (mandataria) C.S.F. Costruzioni e Servizi s.r.l. con sede a Bologna”. Il legale rappresentante pro tempore dell’impresa è Gaetano Altieri, che è stato vicino a Comunione e Liberazione. Altieri, in passato, è rimasto anche coinvolto in note vicende giudiziarie. Ma le acquisizioni di materiale presso la sede amministrativa dell’Asp, verosimilmente continueranno, secondo quanto riferiscono fonti attendibili. Sono diversi, infatti, gli spunti investigativi forniti dalla corposa relazione della commissione d’accesso, di cui il Quotidiano della Calabria sta pubblicando ampi stralci. Relazione pervenuta anche all’attenzione della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Non si escludono, pertanto, sovrapposizioni nelle indagini che diversi uffici di procura stanno portando avanti. È probabile che altre verifiche verranno effettuate su altre gare d’appalto e su situazioni che hanno influito sul loro esito. La procedura per il suddetto affidamento di pulizia, disinfezione e altro, è stata presieduta dall’ingegnere Gennaro Sosto “dipendente a tempo determinato” dell’Azienda sanitaria di Cosenza. Il nominativo di Sosto è più volte citato nella relazione dei commissari prefettizi. C’è chi lo considera un professionista “esterno” all’Asp e sulla base di ciò si muovono dubbi sul fatto che abbia presieduto gare d’appalto così importanti. C’è chi, invece, ritiene che abbia, nella sua qualità di “dipendente a tempo determinato” tutti i requisiti per poter presiedere certe procedure per l’affidamento a privati di alcuni servizi.
LE INDAGINI A PAOLA. Entra nel vivo, intanto, l’attività d’indagine che dovrà concludere la procura della Repubblica di Paola, che ha ricevuto, per competenza territoriale, uno stralcio del procedimento penale nei confronti del direttore generale dell’Asp, Scarpelli. Stralcio relativo agli incarichi legali affidati all’avvocato Nicola Gaetano e al figlio del senatore Gentile. Il procuratore di Paola, Bruno Giordano coordinerà personalmente le indagini, che riguardano pure i rapporti di lavoro dei due legali indiziati, con il Comune di Amantea. Sotto la lente della magistratura sono finite anzitutto le nomine ricevute dall’avvocato Gaetano, quando la città di Amantea era commissariata, a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. In venti mesi – tanto è durato il commissariamento dell’ente locale – l’avvocato Gaetano ha avuto incarichi, che sarebbero costati al Comune di Amantea, oltre 350 mila euro, di cui 290 già liquidati e la restante parte in via di pagamento, come previsto nel bilancio.
COSENZA – «La relazione della commissione d’accesso per noi è una notitia criminis». Lo ha affermato il procuratore capo di Cosenza, Dario Graneri, lasciando intendere che alla base della nuova attività investigativa in corso presso la sede dell’Azienda sanitaria provinciale, ci sia proprio il documento inviato dal prefetto al ministero dell’Interno, frutto di mesi di lavoro dei commissari incaricati di controllare gli atti dell’Asp, di cui il Quotidiano della Calabria sta pubblicando ampi stralci. Documento da diverse settimane sul tavolo del procuratore Granieri.
I 56 MILIONI PER LA PULIZIA – Nei giorni successivi ai clamorosi sviluppi avuti dalla notizia sull’indagine a carico, fra gli altri, dell’avvocato Andrea Gentile, figlio del senatore Tonino Gentile, per le “consulenze d’oro” affidate dal direttore generale dell’Azienda sanitaria Gianfranco Scarpelli ad alcuni legali di Paola, alla sede dell’Asp hanno fatto visita nuovamente gli investigatori per acquisire pratiche anche relative a gare d’appalto.
In particolare, lunedì 3 marzo, sarebbero state acquisite le deliberazioni inerenti l’appalto «per l’affidamento del servizio di pulizia, disinfezione, sanificazione immobili e lavaggio biancheria piana, confezionata e materasseria con gestione guardaroba e fornitura dei set sterili di biancheria in Ttr per gli usi di sala operatoria, delle strutture sanitarie e amministrative dell’Asp di Cosenza». Un appalto di quasi 56 milioni di euro.
LE NOMINE AD AMANTEA – Entra nel vivo, intanto, l’attività d’indagine che dovrà concludere la procura della Repubblica di Paola, che ha ricevuto, per competenza territoriale, uno stralcio del procedimento penale nei confronti del direttore generale dell’Asp, Scarpelli. Stralcio relativo agli incarichi legali affidati all’avvocato Nicola Gaetano e al figlio del senatore Gentile. Il procuratore di Paola, Bruno Giordano coordinerà personalmente le indagini, che riguardano pure i rapporti di lavoro dei due legali indiziati, con il Comune di Amantea. Sotto la lente della magistratura sono finite anzitutto le nomine ricevute dall’avvocato Gaetano, quando la città di Amantea era commissariata, a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa. In venti mesi – tanto è durato il commissariamento dell’ente locale – l’avvocato Gaetano ha avuto incarichi, che sarebbero costati al Comune di Amantea, oltre 350 mila euro, di cui 290 già liquidati e la restante parte in via di pagamento, come previsto nel bilancio.
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