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COSENZA – «Inseguiamo da giorni i nostri perchè e non troviamo alcuna risposta». Durante i funerali del piccolo Carmine De Santis, il bimbo di 11 anni ucciso dalla madre (LEGGI), è l’arcivescovo di Cosenza, Salvatore Nunnari, che si fa interprete del dolore di una comunità in lacrime. Nella chiesa di Santa Barbara a Rovito erano presenti centinaia di persone. Amici e parenti del bambino avevano preparato dei palloncini bianchi e celesti, che poi sono stati liberati al cielo. Le telecamere, invece, sono state lasciate fuori per volontà dei familiari.
«Il crocifisso – ha aggiunto l’arcivescovo nell’omelia – è lui, sei tu, mio, nostro dolcissimo Carmine vittima di una società fragile, a volte schizofrenica. Ma tu crocifisso innocente ridonaci il tuo sorriso facendoci entrare con la fede nella tua nuova esistenza di risorto con Cristo. Permettici di volgere il nostro sguardo da questa fredda bara alla tua nuova casa che sarà domani anche la nostra eterna dimora. La tua morte innocente ha richiamato tutti a interrogarci sul senso e significato dell’esistenza».
Intanto a Cosenza gli agenti della squadra mobile hanno notificato il provvedimento di fermo per Daniela Falcone, la mamma di Carmine che si trova in ospedale a causa del tentativo di suicidio attuato dopo l’omicidio del figlio. Il provvedimento di fermo è stato emesso dal Procuratore di Paola, Bruno Giordano, e dal sostituto Linda Gambassi. Alla donna viene contestato il reato di omicidio premeditato dopo i risultati dell’autopsia che ha rilevato i dettagli della morte, a partire dall’uso di due diverse armi per colpire Carmine, che si sarebbe difeso graffiando la madre (LEGGI).
I medici hanno fatto sapere che la donna è fuori pericolo e nei prossimi giorni sarà dimessa. I magistrati hanno quindi emesso il fermo per evitare il pericolo di fuga. Il provvedimento è stato consegnato alla sorella di Daniela Falcone, nominata curatore speciale perchè la donna è ancora ricoverata in ospedale. La protagonista dell’atroce storia è attualmente nel reparto di rianimazione dove è piantonata e controllata costantemente per evitare gesti di autolesionismo.
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