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SPAZIO alle ultime perizie prima della definitiva rimozione delle macerie dalla zona della tragedia dell’11 gennaio scorso in vico Piave.
E’ l’ultima occasione per i periti di poter effettuare rilevazioni e ipotizzare le possibili cause della tragedia che ha causato due vittime.
Ieri mattina , come fissato dalla Procura della Repubblica, sono iniziate alle 8,30 le operazioni inerenti i rilevamenti tecnici, che non sarà possibile ripetere, sulle macerie della palazzina crollata. L’intervento è stato effettuato dagli ingegneri nominati dal Tribunale di Matera: Michele Colella e Michelangelo Laterza dell’Università della Basilicata e da altri professionisti di parte, nominati dai residenti per proteggere i rispettivi diritti.
Sul posto, per poter effettuare al meglio ed in sicurezza tutte le necessarie attività, presenti i Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Matera, assieme al luogotenente del Nucleo Investigativo dei Carabinieri, Vito Rubini, attenti alla sicurezza degli operatori presenti sul luogo della tragedia. Le operazioni sono andate avanti per tutta la mattinata, e si sono conclude alle 15 del pomeriggio.
La ripresa delle attività di smaltimento dei detriti è fissata invece per domani, essendo previsto cattivo tempo per oggi. «Questi lavori proseguiranno per almeno quattro o cinque giorni – spiega il luogotenente dei Carabinieri Vito Rubini – e permetteranno di stabilire se le cause del cedimento strutturale sono da attribuire alla fatiscenza del palazzo o ai lavori per la creazione di un ristorante che erano in corso al piano terra dello stabile, oppure ad altre cause di natura strutturale. Successivamente, invece, si procederà alla rimozione di tutti i detriti ancora sul luogo del crollo».
Il lavoro di rimozione dei detriti è stata possibile soprattutto grazie al lavoro, svolto nei mesi scorsi, di messa in sicurezza degli edifici circostanti la palazzina crollata, puntellati prima con degli appositi tiraggi e successivamente perfezionati con l’istallazione di ponteggi per sostenere la parte dell’edificio ancora in piedi ed evitare nuovi possibili pericoli di crollo.
Naturalmente, per tutta la durata dei lavori per la rimozione dei detriti, l’area resterà sotto sequestro. Solamente al termine di tutte le dovute operazioni i legittimi proprietari potranno riprendere possesso di quel che resta della rispettive abitazioni.
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