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VIBO VALENTIA – Il gup distrettuale di Catanzaro Maria Rosaria De Girolamo ha rinviato a giudizio 23 indagati coinvolti nelle operazioni – riunite in un unico troncone – denominate “Black money”, “Purgatorio” ed “Overseas” che hanno colpito nel marzo scorso 2013 il clan Mancuso di Limbadi, egemone in provincia di Vibo Valentia e fra i più potenti della ‘ndrangheta. Fra i rinviati a giudizio ci sono i boss Antonio e Pantaleone Mancuso, Agostino Papaianni, Giovanni Mancuso, Giuseppe Mancuso e gli imprenditori vibonesi Antonio Prestia, Antonino e Nicola Castagna (padre e figlio). Associazione mafiosa, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, estorsioni, minacce e detenzione di armi i reati, a vario titolo, contestati. Il processo è stato fissato dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia per il 30 aprile prossimo.

Il prossimo 1 aprile prenderà via invece il processo per le 19 persone che hanno scelto il rito abbreviato nell’ambito del processo “Black Money”, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, usura, armi, minacce, riciclaggio intestazione fittizia di beni ed altro ancora. Quel giorno, a comparire davanti al magistrato saranno Orazio Cicerone, Antonio Pantano, Giovanni D’Aloi, Francesco Tavella, Giuseppe Raguseo, Bruno Marano, Antonio Maccarone, Fabio Costantino, Antonio Mamone, Gabriele Bombai, Antonino Scrugli, Salvatore Accorinti, Gaetano Muscia, Giuseppe Costantino, Giuseppe Ierace, Domenico De Lorenzo, Antonio Campisi, Nunzio Manuel Callà, Antonio Cuturello e Mario De Rito 

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