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Gli effetti dell’aumento delle bollette energetiche saranno disattivati ancora per oltre 5,5 milioni di famiglie che già beneficiano dell’intervento da 1,2 miliardi varato a giugno: come annunciato, il governo ha approvato un decreto ad hoc da circa 3 miliardi per contenere i rincari fino alla fine dell’anno.
«”In assenza di un intervento, nel prossimo trimestre il prezzo dell’elettricità potrebbe salire del 40%, e quello del gas del 30% – ha evidenziato il premier Mario Draghi nel suo intervento all’assemblea di Confindustria – Per questo abbiamo deciso di eliminare per l’ultimo trimestre dell’anno gli oneri di sistema del gas per tutti, e quelli dell’elettricità per le famiglie e le piccole imprese. Potenziamo il bonus luce e gas per proteggere soprattutto le fasce meno abbienti».
LE MISURE VARATE DAL GOVERNO
Si tratta di un intervento che «ha una forte valenza sociale, per aiutare in particolare i più poveri e i più fragili», spiega, sollecitando poi un’azione «anche a livello europeo, per diversificare le forniture di energia e rafforzare il potere contrattuale dei Paesi acquirenti».
Le nuove misure intervengono disattivando gli aumenti delle bollette per gli oltre 3 milioni di persone che beneficiano del “bonus energia”, e cioè i nuclei che hanno un Isee inferiore a 8.265 euro annui; i nuclei familiari numerosi con Isee sotto i 20.000 euro annui e con almeno 4 figli); i percettori di reddito o pensione di cittadinanza; gli utenti in gravi condizioni di salute. A tal fine, viene destinata una quota parte, pari a 700 milioni di euro dei proventi delle aste delle quote di emissione di anidride carbonica e trasferiti altri 500 milioni alla Cassa per i servizi energetici e ambientali.
Per circa 6 milioni di piccolissime e piccole imprese con utenze in bassa tensione, per 26 milioni di utenze domestiche fino a 16,5 kw saranno azzerate le aliquote relative agli oneri generali di sistema: un intervento da 800 milioni che saranno trasferiti alla Cassa per i servizi energetici e ambientali.
Quanto al gas, per circa 2,5 milioni di persone che beneficiano del “bonus sociale gas” sono tendenzialmente azzerati gli effetti del previsto aumento della bolletta con un fondo da 450 milioni.
Per tutti gli altri utenti l’Iva oggi prevista al 10 e al 22% a seconda del consumo, è portata al 5%, misura che “costa” 480 milioni.
«È un provvedimento importante per le imprese e le famiglie, soprattutto le fasce di reddito più basse e le categorie vulnerabili – chiosa il ministro del Lavoro, Andrea Orlando – È un segnale importante di un’affermazione che abbiamo sostenuto in questi mesi: nessuno deve rimanere indietro, tanto più con la fase di ricostruzione che stiamo affrontando».
RINCARI ANCORA PER ANNI
Una “crisi” che, stando all’ultimo report di S&P, potrebbe andare avanti ancora per molto tempo. «I prezzi dell’energia continueranno ad aumentare nel 2022-2023 in Europa a causa di una contrazione dell’offerta» sostengono gli esperti, che sottolineano anche come «gli obiettivi ambientali più ambiziosi dell’Europa accelereranno la chiusura di capacità di generazione termica e nucleare, che non potrà essere interamente compensata dalle fonti rinnovabili per i prossimi tre anni, portando a una maggiore volatilità dei prezzi legata al clima nel medio termine».
La questione interessa molto da vicino il nostro Paese, in scia a un evidente ritardo sui target europei nelle installazioni rinnovabili. Anche per questo in Italia sono previsti prezzi dell’energia «più alti che negli altri mercati europei fino al 2025, a causa di una strutturale carenza di offerta» che dovrebbe portare a «un aumento della capacità delle interconnessioni a 12,7 gigawatt nel 2025».
I TIMORI UE SUL GREEN DEAL
Nel frattempo, la Ue teme la paralisi del Green Deal. «La cosa che non possiamo permetterci è che la questione sociale finisca per contrapporsi a quella climatica. La vedo molto chiaramente questa minaccia, ora che discutiamo dei rincari dei prezzi dell’energia».
A lanciare l’allarme, durante la plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, è Frans Timmermans, che interviene a gamba tesa sul tema dei rincari sulle bollette che, di fatto, riguarda tutti i Paesi interessati alla transizione ecologica.
Negli ambienti europei si teme che i governi nazionali finiscano per rallentare il ritmo della riconversione dell’economia in senso sostenibile per evitare di perdere consensi.
Dietro l’aumento del costo del gas ci sarebbe la Russia di Putin. Al Parlamento europeo ne sono convinti, tanto che almeno 40 eurodeputati – si legge sul Messaggero -di varia estrazione politica (dal centrodestra al centrosinistra, passando per verdi, liberali e nazionalisti) si sono rivolti alla Commissione chiedendo con forza un’inchiesta sulla possibile manipolazione del mercato da parte di Gazprom. Il monopolista di Stato russo è accusato di aver deliberatamente ristretto le forniture e spinto i prezzi del gas alle stelle: più che triplicati da inizio anno, potrebbero continuare a salire ancora per mesi, è l’allarme dell’Agenzia internazionale dell’energia.
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