SALERNO, 25 FEB – Difende la sua consulenza e le conclusioni alle quali è giunto e che gli sono costate un processo per falso in perizia. Vincenzo Pascali, il primo esperto nominato dalla procura di Salerno, in seguito al ritrovamento dei resti di Elisa Claps, ha reso le prime dichiarazioni spontanee nel corso della terza udienza del processo che si celebra dinanzi al tribunale di Salerno.
“Rifarei esattamente tutto quello che ho fatto – ha dichiarato il professor Pascali – naturalmente con qualche errore di battitura in meno nella perizia presentata”.
Il giudice monocratico Ubaldo Perrotto nel pomeriggio ha ascoltato il direttore del gabinetto della polizia scientifica di Bari, Antonio Perrone, che ha riferito in aula sulle modalità della catalogazione dei reperti rinvenuti nel sottotetto della chiesa della S.S. Trinità di Potenza e la dirigente della squadra mobile della questura del capoluogo lucano, Barbara Strappato, che ha spiegato le prime attività d’indagine dopo il ritrovamento dei resti.
Rispetto al calendario già fissato, il giudice Perrotto ha deciso di unificare le due udienze, del 25 marzo ed dell’8 aprile, per ascoltare le testimonianze sulle prove scientifiche in modo di avere un quadro più completo. Il processo è stato quindi aggiornato al prossimo 14 maggio. (ANSA).
Difende la sua consulenza e le conclusioni alle quali è giunto e che gli sono costate un processo per falso in perizia.
Vincenzo Pascali, il primo esperto nominato dalla procura di Salerno, in seguito al ritrovamento dei resti di Elisa Claps, ha reso le prime dichiarazioni spontanee nel corso della terza udienza del processo che si celebra dinanzi al tribunale di Salerno.
«Rifarei esattamente tutto quello che ho fatto – ha dichiarato il professor Pascali – naturalmente con qualche errore di battitura in meno nella perizia presentata».
Il giudice monocratico Ubaldo Perrotto nel pomeriggio ha ascoltato il direttore del gabinetto della polizia scientifica di Bari, Antonio Perrone, che ha riferito in aula sulle modalità della catalogazione dei reperti rinvenuti nel sottotetto della chiesa della Trinità di Potenza e la dirigente della squadra mobile della questura del capoluogo lucano, Barbara Strappato, che ha spiegato le prime attività d’indagine dopo il ritrovamento dei resti.