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POTENZA – Sostegno alla maternità per chi non abortisce: la cronaca delle ultime ore oltre il dibattito. Continua a non sgonfiarsi la querelle sulla proposta di legge del consigliere regionale Aurelio Pace per un assegno di 250 euro al mese destinato alle donne che decidono di non abortire rivolgendosi ai “centri per la vita”. La quantità di interventi e prese di posizioni non accenna a sgonfiarsi. Ormai sulla vicenda sono intervenuti un pò tutti. Ma ci sono anche sviluppi. In particolare ha tolto la firma al disegno di legge il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Gianni Leggieri. Insomma il disegno di legge delle polemiche inizia a perdere sostenitori per strada. Il grillino a margine della seduta di consiglio che si è svolta ieri ha spiegato che il testo della proposta di legge era diverso da quanto emerso in sede di dibattito.

E c’è anche chi pur non essendo stato un firmatario perchè non componente della Commissione consiliare competente prende le distanze. E’ il caso del consigliere regionale e presidente della Prima Commissione consiliare permanente Vito Santarsiero: «Sicuramente è positiva l’intenzione messa in campo dal collega Pace ma è evidente che la formulazione deve essere rivista, esplicitata meglio e resa meno vaga. Ritengo che la soluzione migliore potrebbe essere quella di decidere tout court un sostegno alla maternità. Tout court un sostegno alle giovani coppie in un momento di grande crisi in cui le famiglie. e soprattutto le giovani coppie vivono dei momenti di difficoltà considerati anche i costi che comportano i primi anni di crescita di un figlio. E’ necessario quindi ripensare a un sostegno generalizzato, ovviamente sulla base della fasce di reddito a tutte le mamme e a tutte le famiglie con neonati o bambini piccoli».

Non quindi solo una questione relativa a chi abortisce o no. Nello specifico Santarsiero chiarisce ancora: «Oltretutto la proposta si presta a strumentalizzazioni e secondo me è difficile stabilire chi aveva ijntenzione di abortire. Insomma sarebbe facile creare equivoci e potrebbero esserci anche abusi». Netto Santarsiero che aggiunge: «Sono favorevole invece a un sostegno alla maternità, magari con una cifra a famiglia più alto di 250 euro, che sarebbe una azione che va nella direzione più generale di aiuto alle famiglie anche in un quadro di interventi a favore della crescita demografica».

Insomma la proposta di Pace – Bradascio con l’esplosione delle polemiche rischia di diventare sempre più minoritaria. Nel frattempo si è appreso che da parte della maggioranza (Pd ed esponenti di governo) ci sarebbe l’intenzione di aprire un tavolo di confronto con tutte le parti sociali e la galassia femminile per mettere sul tavolo un più ampio ragionamento sulle politiche alla persona, alla famiglia e di sostegno alle donne. Gli incontri dovrebbero partire alla Regione da venerdì.

Nel frattempo non mancano gli attacchi veri e propri alla proposta. In prima linea il consigliere regionale della Sel, Giannino Romaniello che afferma: «Credo che tanti uomini, prima di parlare della donna, dovrebbero ascoltarle. Non ne parliamo poi quando si tratta di una questione così delicata e particolare come l’aborto. Io non intendo accentuare, nè cadere nella trappola dello scontro personale ed ideologico. Ho reso pubblico il testo, dopo aver chiesto a Pace in Commissione di rinviare la discussione trattandosi di una materia “sensibile”, considerato tra l’altro la totale assenza della rappresentanza di genere nel Consiglio. Ricordo ai tanti che sono intervenuti, a partire da quelli che hanno cercato di addolcire i toni, o peggio ancora di riportare sulla questione economica la discussione, che la relazione e l’articolato offende le donne come persone e mina alla base il ruolo e la funzione dei consultori. La proposta è un attacco alla legge 194, una legge giusta, equilibrata e frutto di un lungo confronto nella società, fra le donne e fra le forze politiche».

s.santoro@luedi.it

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