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POTENZA – Da 18 domande in tutto per il posto di direttore generale del San Carlo e delle aziende sanitarie territoriali di Potenza e Matera, a 48 domande per le sole Asp e Asm.
E’ un vero e proprio “boom” quello che hanno fatto registrare gli ultimi due avvisi pubblicati dalla giunta regionale lucana per la selezione dei vertici delle due aziende sanitarie provinciali.
Nei giorni scorsi, infatti, sono scaduti anche i termini per presentare le candidature alla guida dell’Azienda sanitaria di Potenza, dove il direttore generale in carica, Lorenzo Bochicchio, pare essere scampato alla procedura di risoluzione anticipata del contratto, avviata dalla giunta regionale agli inizi di agosto. Quindi dovrebbe arrivare senza troppi problemi alla scadenza naturale del suo mandato, agli inizi di gennaio.
A contendersi il suo posto, da qui alla fine dell’anno, saranno in 25, dei quali soltanto un manipolo di lucani. Come l’attuale direttrice amministrativa dell’Azienda sanitaria di Matera, Maria Mariani; l’ex direttrice amministrativa e attuale dirigente del San Carlo di Potenza Maddalena Berardi; l’ex direttore sanitario del Crob di Rionero, e attuale direttore del polo sanitario “Madre Teresa di Calcutta” di Potenza, Sergio Molinari; e l’ex commissario straordinario del San Carlo, e attuale dirigente dell’Ufficio pianificazione sanitaria della Regione, Giuseppe Montagano.
Dovrebbe entrare nel vivo lunedì 27, invece, la selezione tra i 23 candidati al posto di direttore generale dell’Azienda sanitaria di Matera. Anche se l’esperienza di comando accumulata negli ultimi mesi dalla commissaria straordinaria, Sabrina Pulvirenti, e il rapporto fiduciario consolidato coi vertici della Regione, costituirebbero un vantaggio competitivo notevole rispetto a tutti gli altri aspiranti.
A meno di sorprese, quindi, data la vicinanza di quasi tutti i lucani in corsa alle vecchia amministrazioni di centrosinistra, c’è da aspettarsi una doppietta di nomine extra-regionali. Con un unico vero punto interrogativo sul profilo che prevarrà per l’Asp, dal momento che il candidato più temuto, l’attuale direttore sanitario Luigi D’Angola, non ha potuto presentare domanda perché non ancora iscritto all’elenco nazionale degli idonei per incarichi di questo tipo.
E non hanno trovato riscontro le voci circolate negli ultimi giorni sulla possibilità che la giunta regionale guidata dal governatore Vito Bardi riapra i termini per le candidature, per consentirgli di rientrare in partita. In considerazione della stima di cui gode per il lavoro svolto durante l’emergenza sanitaria.
Diverse le possibili ragioni di un incremento così importante nel numero di domande inoltrate per i due posti da direttore generale in gioco.
Tra gli addetti ai lavori si accredita la tesi di un messaggio di apertura ai professionisti di fuori regione arrivato dall’esito delle ultime selezioni. Incluse quelle concluse sul finire della scorsa consiliatura dalla governatrice facente funzioni Flavia Franconi, che per il San Carlo scelse il napoletano Massimo Barresi e per l’Asm il tosco-americano Joseph Polimeni.
A pesare, però, c’è anche il dato politico costituito dalla prassi consolidatasi nei primi due anni di governo dall’attuale amministrazione regionale. Con la delocalizzazione, verso Roma, del centro decisionale costituito da Bardi e dai vertici dei partiti che compongono la sua maggioranza, lesti nel trasmettere la notizia di postazioni disponibili alle filiere di dirigenti e professionisti “di fiducia” in cerca di collocamento.
Un’ultima circostanza da tenere in considerazione, invece, attiene al contesto in cui si è svolta la selezione di tre anni fa. Basti pensare che il termine di presentazione scadeva il 13 luglio, e appena una settimana prima erano scattati gli arresti dell’inchiesta su concorsi truccati e corruttele proprio nella sanità lucana. Con i domiciliari imposti all’allora governatore Marcello Pittella e la decapitazione dei vertici di Asm e Asp. Una vicenda clamorosa che rimbalzò sui giornali e mezzi d’informazione di tutta Italia.
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