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POTENZA – Accusate di aver truccato appalti e gare pubbliche creando “cartelli occulti”, tre persone – tra le quali un consigliere comunale di Potenza di centrosinistra – sono da stamani agli arresti domiciliari a Potenza e in comuni del circondario, altre tre hanno ricevuto il divieto di dimora e una è sottoposta ad obbligo di firma: le sette ordinanze sono state eseguite dalla squadra mobile della questura del capoluogo lucano.

I tre agli arresti domiciliari sono il consigliere comunale di Potenza Rocco Fiore che è dirigente al Comune di Avigliano; il tecnico del Comune di Potenza Giuseppe Brindisi; l’imprenditore Bartolo Santoro.

Il divieto di dimora nei comuni di residenza è stato invece assegnato a Emilio Colangelo, consigliere e assessore al Comune di Avigliano; Canio Romaniello, assessore alle Attività produttive del Comune di Pietragalla; Michele Giuseppe Palladino, dell’ufficio tecnico del Comune di Brienza. 

Obbligo di presentazione alal polizia giudiziaria è stato disposto per Donato Colangelo, titolare di un impresa a Potenza. 

Le ipotesi di reato della Procura della Repubblica, condivise dal gip, sono turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente in relazione a gare di appalto e affidamenti di lavori, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità. 

La Polizia ha scoperto che veniva osservato un vero e proprio “protocollo” che garantiva il “rispetto” di tutte le fasi delle gare pubbliche. 

 

Nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza sugli appalti truccati nel capoluogo lucano e in altri Comuni del circondario è finito agli arresti domiciliari il consigliere comunale di Potenza, Rocco Fiore (Pd), di 38 anni – candidato ‘renzianò alle primarie del Partito democratico per la scelta del segretario nazionale e dei candidati al Parlamento – indagato, però, nella carica di responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Avigliano (Potenza).
Il gip Rosa Larocca ha disposto i domiciliari anche per Giuseppe Brindisi, di 53 anni, dirigente del Comune di Potenza e segretario regionale della Basilicata dei Verdi, e per l’imprenditore Bartolo Santoro (36), entrambi di Potenza. E’ stato invece disposto il divieto di dimora nei Comuni di residenza per il consigliere e assessore comunale di Avigliano, Emilio Colangelo (30), per l’assessore comunale di Pietragalla (Potenza), Canio Romaniello (47) e per l’architetto del Comune di Brienza (Potenza), Michele Giuseppe Palladino (54), mentre l’imprenditore Donato Colangelo (43), di Potenza, dovrà rispettare l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Stamani, in una conferenza stampa – a cui hanno preso parte il Procuratore della Repubblica di Potenza, Laura Triassi, il questore Romolo Panico e il capo della Mobile potentina, Carlo Pagano) – è stato spiegato che le persone indagate (in totale sono una ventina) avevano creato “cartelli”, accordandosi sul vincitore degli appalti e delle gare pubbliche, con un ribasso, in alcuni casi, anche solo del cinque per cento. In un caso, è stato accertato che un imprenditore ha consegnato a Brindisi circa mille euro in contanti, mentre negli altri, i funzionari usavano i loro poteri in cambio di un viaggio, di un cambio di pneumatici per la loro auto o prestazioni professionali “di importo non rilevante”.
Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno inoltre vagliato il “sostegno elettorale” per le primarie del Pd fornito dall’imprenditore Santoro a Fiore, anche attraverso le firme di alcuni suoi lavoratori a favore della candidatura dello stesso uomo politico, ma – secondo quanto si è appreso – non sarebbero stati accertati reati. (ANSA).

In una conferenza stampa – a cui hanno preso parte il Procuratore della Repubblica di Potenza, Laura Triassi, il questore Romolo Panico e il capo della Mobile potentina, Carlo Pagano – è stato spiegato che le persone indagate (in totale sono una ventina) avevano creato “cartelli”, accordandosi sul vincitore degli appalti e delle gare pubbliche, con un ribasso, in alcuni casi, anche solo del cinque per cento.

 

In un caso, è stato accertato che un imprenditore ha consegnato a Brindisi circa mille euro in contanti, mentre negli altri, i funzionari usavano i loro poteri in cambio di un viaggio, di un cambio di pneumatici per la loro auto o prestazioni professionali “di importo non rilevante”.

Nel corso delle indagini, gli investigatori hanno inoltre vagliato il “sostegno elettorale” per le primarie del Pd fornito dall’imprenditore Santoro a Fiore, anche attraverso le firme di alcuni suoi lavoratori a favore della candidatura dello stesso uomo politico, ma – secondo quanto si è appreso – non sarebbero stati accertati reati.

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