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BERNALDA – C’è caos, rabbia e preoccupazione, tra i cittadini di Bernalda, per l’ennesimo salasso in arrivo con la scadenza del conguaglio sulla Tares, l’ultimo nome in ordine di tempo, dato dal Governo centrale alla tassa sui rifiuti solidi urbani.

Nella cittadina materana a gestione commissariale, dopo la caduta dell’ultima amministrazione di centrosinistra, il bollettino è arrivato a sfiorare aumenti del 300 per cento, rispetto alla quota pagata per il 2012. Tanto per fare qualche esempio, una famiglia di quattro persone residenti in un’abitazione di 70 metri quadri più 20 di garage, è passata dai circa cento euro ai 461 della Tares.

Andando più in basso, un nucleo familiare di tre persone, che vive in un’abitazione di 80 metri quadri è passato da 95 euro a 280 di Tares.

Cifre oggettivamente inaccettabili, per giunta con bollettini che stanno arrivando come una mannaia in questi giorni, a scadenza 18 febbraio.

Ieri mattina, un gruppo di cittadini capeggiati da Piera Scandiffio, si sono recati in municipio chiedendo un incontro con il commissario straordinario Ermelinda Camerini. Il funzionario della prefettura non c’era, ma già nei giorni scorsi, a loro dire non li avrebbe ricevuti; così, i cittadini hanno consegnato al Protocollo una lettera in cui si chiede sostanzialmente la revisione della tariffa al ribasso. «Chiediamo -spiega Piera Scandiffio, sentita dal Quotidiano- un sostanziale adeguamento alla Tarsu, tenendo presenti i parametri economici di grave crisi in cui si trova il cittadino medio, altrimenti saremo costretti a non pagare».

I bollettini, a detta dei 60 cittadini che firmano il documento, a cui fino a ieri sera se ne erano aggiunti alcune centinaia, verrebbero recapitati nelle abitazioni dei bernaldesi con posta ordinaria, dunque non attraverso la normale raccomandata. Il che lascia presagire che in molti potrebbero riceverli già con giorni di ritardo rispetto alla scadenza così ravvicinata.

«Certo -ci conferma Scandiffio- in più manca il riscontro dell’avvenuto ricevimento, quindi chiunque potrebbe anche non pagare; senza dimenticare che basta un giorno di ritardo, quindi già da mercoledì 19, e si aggiunge un ulteriore aumento del 30 per cento sulla tariffa già alle stelle. Qualcuno ci dice che il commissario avrebbe avuto la facoltà di aumentare la cartella al massimo di legge e non l’avrebbe fatto, ma per noi già questo salasso è intollerabile. Stiamo raccogliendo le firme anche tra i commercianti e pensiamo di arrivare presto a tremila adesioni.

Il Comune deve rivedere le tariffe, altrimenti saremo costretti a non pagare; del resto, visto che il lavoro non è un diritto, non c’è neppure il dovere di pagare le tasse. La mia intenzione e quella di chi sta appoggiando questa battaglia -conclude Scandiffio- è quella di partire dal comune di Bernalda per arrivare a chi ci governa, che ha fatto una scelta scellerata».

Per i cittadini bernaldesi, inoltre, non ci sarebbe alcuna via d’uscita o transazione da poter fare, visto che a detta degli uffici comunali, gli importi non sarebbero neppure rateizzabili. Un dato che non risulta a chi protesta, visto che per legge si potrebbero rateizzare gli importi della tassazione quando il conguaglio supera la metà della prima rata; in questo caso si arriva al 300 per cento.

Secondo i cittadini firmatari della petizione, infine, non sarebbe neppure regolare il recapito dei bollettini via posta ordinaria, ma sarebbe obbligatoria la raccomandata, trattandosi di tributi.

I cittadini di Bernalda, come quelli di altri comuni sparsi per la Basilicata, non ci stanno a pagare di tasca loro gli errori fatti dalle passate amministrazioni e annunciano di voler portare avanti a oltranza questa iniziativa di protesta civile e determinata, auspicando un dietrofront del commissario Camerini. Il Quotidiano ha provato a rintracciare il funzionario della prefettura di Matera, ma è assente per ferie.

a.corrado@luedi.it

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