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REGGIO CALABRIA – «Il livello politico sulla situazione dei bilanci del Comune di Reggio Calabria non poteva non sapere proprio per le reiterate richieste di chiarimento formulate dalla Corte dei conti. Emerge, a questo punto l’assenza di qualsivoglia interesse a controllare». E’ uno dei passaggi della prima parte della requisitoria del pm Sara Ombra dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria, presieduto da Olga Tarzia, nel processo contro l’ex sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti, attuale presidente della Regione, accusato di abuso e falso, e degli ex revisori dei conti Carmelo Stracuzi, Domenico D’Amico e Ruggero De Medici, accusati di falso, per le vicende legate alle autoliquidazioni che avrebbe fatto l’ex dirigente dell’Ufficio finanza del Comune di Reggio Calabria, Orsola Fallara suicidatasi nel 2010. «Ed ai revisori dei conti – ha aggiunto – contestiamo di avere scritto cose false. Perchè mai persone con riconosciute professionalità diventano improvvisamente non in grado di esercitare azioni valutative ed affermano di non sapere?».
In apertura di udienza, uno dei difensori, l’avv. Francesco Giuffrè, aveva chiesto l’astensione del presidente Olga Tarzia, giustificando tale richiesta col fatto che il marito Elio Sansotta avrebbe avuto un incarico da dirigente dei servizi radiologici all’ospedale di Locri dall’attuale commissario dell’Asp di Reggio Francesco Sarica, nominato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale. La presidente Tarzia, dopo una camera di consiglio ha comunicato che, «qualora anche la notizia fosse corrispondente al vero, non c’è alcun motivo di convenienza o di opportunità che io mi astenga dal dibattimento». Quindi ha preso la parola il pm. «Scopelliti – ha detto Sara Ombra – nominò la Fallara dirigente del settore finanza del Comune senza titoli e per il solo fatto che avesse con lei uno stretto rapporto di fiducia. Nei fatti era lei “l’assessore” come hanno detto numerosi testimoni durante il dibattimento, e anche il presidente dell’Assindustria di Reggio Cuzzocrea».
«Già nel 2006 – ha proseguito il pm – la Corte dei conti rilevava il disequilibrio di bilancio, lo sforamento del patto di stabilità interno, e tutto ciò avrebbe dovuto comportare il blocco delle assunzioni di personale e degli acquisti di nuovi beni e servizi e la cessazione dell’utilizzo di consulenze e professionalità esterne all’ente, ma tutto questo non fu fatto. Il buco di bilancio al Comune era una situazione tragica, come peraltro è emerso dalla successiva ispezione del Ministero delle finanze voluta dalla Procura di Reggio». Il pm ha parlato di «contabilizzazioni irregolari tra entrate e uscite; una rilevante esposizione finanziaria verso le società partecipate Leonia e Multiservizi; la non conformità nella sottoscrizione di uno swap con un importante istituto bancario, e addirittura, i reiterati e mancati pagamenti nei confronti dell’Enel. Non si pagava l’Enel ma contemporaneamente si pagavano 600 mila euro per le statue di Raparama collocate sul lungomare o 250 mila euro per Rtl. Uscivano soldi senza copertura effettiva di spesa».
Sara Ombra, inoltre, commentando la deposizione in aula resa a suo tempo da Scopelliti, nel corso della quale il presidente della Regione aveva rimarcato di non avere mai compiuto atti di gestione, ha detto che «sono stati attribuiti numerosi contributi elettorali ad associazioni a vario titolo senza la predeterminazione dei criteri, quindi in assenza di un regolamento comunale. Mi chiedo – ha proseguito il pm – quanti hanno chiesto di ottenere contributi, non hanno avuto risposta e per quali motivi siano stati scartati». Il pm ha quindi ricordato come l’ex segretario comunale Francesco D’Agostino, avesse segnalato già nel 2007, ultimo anno prima che fosse messo in congedo, le difficoltà di liquidità del Comune e il mancato pagamento delle spettanze alle imprese e ai fornitori. L’udienza è stata poi sospesa per una breve pausa e riprenderà con la prosecuzione della requisitoria del pm che, al termine, formulerà le sue richieste nei confronti degli imputati.
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