Un'immagine che ritrae alcuni dipendenti coinvolti nell'indagine
1 minuto per la letturaCOSENZA – Lo scorso mese di aprile, quando fu notificato loro l’avviso di conclusione delle indagini con i capi d’imputazione (LEGGI), erano stati definiti “i furbetti del cartellino di Calabria Verde”. Si tratta di 14 dipendenti dell’azienda forestale regionale che, oggi, invece, gioiscono per l’archiviazione dell’inchiesta. Soddisfazione anche da parte degli avvocati difensori Achille Esposito, Gabriele Posteraro, Francesco Muscatello, Marco Facciolla, Cristian Cristiano, Santo Orrico.
I legali hanno prodotto una serie di elementi tesi a dimostrare l’innocenza degli indagati, convincendo il gip a firmare il provvedimento di archiviazione dei reati contestati. La linea difensiva è stata portata avanti anche nel corso degli interrogatori degli indiziati, che ora sono stati scagionati da ogni addebito.
Le indagini, relative all’anno 2018, erano state sviluppate negli uffici di Calabria Verde dell’area di Rogliano (Cs). I carabinieri avevano puntato l’attenzione sull’orologio marcatempo di alcuni uffici dell’ente forestale, controllando contestualmente gli spostamenti dei dipendenti sott’inchiesta.
La procura di Cosenza, che aveva istruito il fascicolo, è arrivata a chiedere l’archiviazione, poi disposta dal gip, ritenendo che “non sussistono i presupposti per esercitare proficuamente l’azione penale nei confronti degli indagati, perché il fatto non costituisce reato”.
Sulle ultime determinazioni della magistratura, favorevoli alla difesa, ha avuto un peso la riorganizzazione interna dell’azienda forestale, messa in atto proprio nel periodo in cui si sono verificati i fatti incriminati. Tale riorganizzazione avrebbe causato disfunzioni organizzative e favorito quelle situazioni finite sotto la lente degli investigatori, che per questo motivo non sono penalmente perseguibili.
Nei mesi oggetto dell’indagine, inoltre, sarebbe stato effettuato un trasloco dell’archivio zonale di Calabria Verde, da un ufficio, in un altro ubicato in altro Comune. Da ciò la giustificazione per una serie di spostamenti del personale, che inizialmente avevano destato sospetti.
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