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COSENZA – Si era iniziato a parlare di lui lo scorso 29 gennaio, quando cioè fu arrestato dopo aver rubato un fucile da un supermercato. Fu rimesso in libertà e riarrestato pochi giorni dopo per furto di frontalini di autoradio. Ancora scarcerato era stato beccato dalle forze dell’ordine martedì per il tentato furto di un’automobile, una Lancia Y, su via Aldo Moro. Giudicato e condannato a sei mesi di reclusione è stato di nuovo rimesso in libertà. Ieri mattina, e dunque a distanza di pochissime ore dalla condanna, per l’ivoriano Kone Mosse, 26 anni, il quarto arresto in quattordici giorni. Gli agenti del Reparto Prevenzione Crimine lo hanno infatti sorpreso mentre, intorno alle 9.15, stava cercando – dopo aver forzato la portiera con un cacciavite – di mettere in moto una Ford Ka, parcheggiata lungo via Pasquale Rossi. I poliziotti lo hanno riportato in questura per le formalità di rito. «Di nuovo qui?», gli ha chiesto il sostituto commissario Angelo Cosentino durante l’interrogatorio. «Avete ragione, chiedo scusa», ha quindi risposto con un buon italiano Mosse.
Poi è stato riaccompagnato in tribunale per l’ennesimo giudizio immediato, che ha avuto anche la sua svolta umanitaria, con protagonisti il pm, il giudice, l’avvocato difensore e gli stessi poliziotti che lo hanno arrestato.Kone Mosse si è presentato dinanzi al giudice monocratico Cosenza e al pm Tridico per rispondere della nuova accusa di tentato furto aggravato. L’avvocato Sonia Greco ha proposto un nuovo patteggiamento, pari sempre a 6 mesi e al pagamento di una multa di 300 euro. La pena è stato accolta dal giudice, il quale ha alla fine deciso (viste le ultime “performance”) anche per l’allontanamento, e il relativo divieto di dimora, del ventiseienne della Costa d’Avorio da Cosenza e provincia.
A questo punto si è deciso di fare una colletta per Mosse, di fatto senza un centesimo, per comprargli da mangiare e il biglietto del treno. Anche il giudice e il pm, fa sapere l’avvocato Greco, si erano messi a disposizione. Poi ci hanno pensato gli agenti della Questura, che lo hanno accompagnato in stazione e gli hanno acquistato il biglietto per Napoli, dove pare abbia parenti e amici. Una condanna umanitaria, dunque, a patto però che non metta più piede a Cosenza. Kone Mosse nella nostra città viveva da qualche mese. Stava in un appartamento, nei pressi dell’ospedale, occupato insieme ad alcuni connazionali. L’escalation di furti, arresti e successive scarcerazioni l’avevano fatto diventare appunto un personaggio. Ieri la condanna. Quindi un panino e un biglietto per Napoli, dove si spera non combini gli stessi guai.
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