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Con la prova di italiano di domattina scattano gli esami conclusivi della secondaria superiore.

Il clichè è trito e ritrito. Il tototracce, i suggerimenti  psicologici e alimentari  per affrontare le prove, la lettera del ministro ai candidati, i grandi media zeppi di speciali, le tv pronti con isoliti servizi idioti del tipo domande a raffica “Che traccia hai scelto??!”.
Ogni anno, e oggi  anche  da questo blog, ripeto  a me stesso, dopo averlo fatto insieme con gli studenti in classe: “Ma questi esami servono a qualcosa??!?!?!”. “Sono formativi dal punto di vista esperienziale?!?”.
Una volta erano appellati “di maturità”, perchè segnavano uno spartiacque reale tra l’adolescenza e il mondo adulto, ma erano gli anni sessanta, si diventava maggiorenni a ventuno anni e subito dopo il diploma la maggior parte dei giovani trovava subito lavoro e la percentuale degli univeristari era da prefisso telefonico soprattutto al sud.
Io li elimineri con un sol tratto di matita, magari quella rossa e blu!
Basta con questi esami! Retaggio dell’istruzione gesuita, inutile e costosa appendice di un percorso che se fatto bene ha già tutti gli indicatori utili per essere tranquillamente valutato.
Domattina la traccia si attende direttamente dal sistema informatico del ministero, non ci sono più le vecchie cartuccere cucite con la tela, oggi ci sono gli smartphone e per tutti sarà un gioco da ragazzi aiutarsi e aiutare.
E’ la notte prima degli esami io la trascorrerò guardando gara quattro delle finali NBA, un vero esame. 
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