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SOVERATO (CZ) – Avrebbero gestito ogni tipo di reato, dalle estorsioni allo spaccio di droga, controllando le attività criminali dell’area di Soverato, procurando anche voti in occasione delle consultazioni elettorali. Su queste basi i carabinieri della Compagnia di Soverato hanno notificato decine di provvedimenti nei confronti dei gruppi malavitosi della zona.
In particolare, sono otto i provvedimenti restrittivi (sei in carcere, uno agli arresti domiciliari ed uno sottoposto all’ obbligo di dimora) e 32 le persone denunciate con le ordinanze di custodia cautelare disposte dal Gip del Tribunale di Catanzaro, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Catanzaro. Nel blitz sono interessati i comuni di Soverato e Montepaone.
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Gli otto provvedimenti e le 32 denunce scaturiscono da un’articolata indagine volta a far luce sulle attività delinquenziali di un nuovo gruppo malavitoso, costituito ed organizzato nei territori del basso jonio catanzarese, finalizzato alla commissione di delitti contro il patrimonio (estorsioni, tentate estorsioni, furti, danneggiamenti), alla detenzione illegale di armi e munizioni, allo spaccio di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione, alle truffe, ad acquisire in modo diretto o indiretto la gestione e/o il controllo di attività economiche commerciali e imprenditoriali, nonché al fine di procurare voti in occasione di consultazioni elettorali.
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IL CONTESTO CRIMINALE – Prima la lunga scia di sangue per la faida tra le cosche rivali, poi le operazioni delle forze dell’ordine. Due circostanze che avevano “liberato” il territorio. Pronto per essere occupato da nuovi criminali. Ed è in questo contesto che si erano inseriti Salvatore Pannia, 48 anni, già detenuto nell’ambito dell’operazione “Show Down” e altri sette personaggi della zona: Pietro Catanzariti; Salvatore Pannia; Salvo Gregorio Mirarchi; Alessandro Pitingolo; Salvatore Romeo; Francesco Fiorentino; Valerio Paparazzo; Vincenzo Maurizio Spadea. Sono loro i principali protagonisti dell’operazione “Latrocinium” condotta dai carabinieri della Compagnia di Soverato, coordinati dalla Procura di Catanzaro.
L’obiettivo era quello di primeggiare sull’intero comprensorio del Soveratese. Mettendo in campo tutta la forza e la potenza intimidatrice, senza lasciare alcun settore sguarnito. Dalle intimidazione al controllo dei voti. Perché il gruppo aveva provato ad inserirsi anche nelle elezioni comunali. E’ successo nel 2012, quando i cittadini erano stati chiamati alle urne nel Comune di Montauro.
LA COMPRAVENDITA DI VOTI – E’ qui che i carabinieri della Compagnia di Soverato sono riusciti a ricostruire la compravendita di voti per un candidato che poi non è risultato eletto. Il candidato in questione è Pantaleone Aiello, candidato con la lista “Insieme per Montauro”. A offrire denaro in cambio di voti sarebbe stato lo zio, Saverio Aiello, indagato nell’inchiesta, ma anche altri componenti del gruppo avrebbero sponsorizzato il candidato. Agli elettori sarebbero stati offerti 50 euro a voto, ma ci sarebbero stati anche casi di contrattazione per cifre più mimportanti.
MANCA IL VINCOLO ASSOCIATIVO – Nell’ordinanza dell’operazione non è scattato il vincolo associativo per gli arrestati, perché il giudice ha ritenuto non esserci un vincolo mafioso. Ma è stato il procuratore Vincenzo Antonio Lombardo, nel corso della conferenza stampa tenuta a Catanzaro ad evidenziare come “Pannia e altri arrestati sono direttamente riconducibili alla cosca Sica di Soverato”.
LA TESTA DI MAIALE DAVANTI AL COMUNE – E tra gli episodi contestati ci sono anche intimidazioni che avevano creato allarme nel comprensorio. Come il caso della testa di maiale lasciata davanti alla delegazione municipale del Comune di Montepaone, a febbraio 2012. Un episodio contestato a Francesco Fiorentino, che si sarebbe vantato con la fidanzata per quel gesto eclatante che voleva dimostrare la capacità di interessare anche le istituzioni. A questo si aggiungono anche l’estorsione ad una ditta impegnata per la realizzazione della rete idrica e fognaria a Montepaone, nel 2012, e la tentata estorsione ad una seconda ditta che doveva realizzare dei pozzi artesiani sempre a Montepaone.
Il gruppo non aveva remore e la violenza era diventata il principale linguaggio per intimidire commercianti e imprenditori. Come in un caso, quando i malviventi non esitarono a sparare alcuni colpi di arma da fuoco contro un esercizio commerciale aperto, in pieno giorno, e con il rischio di colpire clienti e passanti. Contestati, sempre a vario titolo, anche alcuni episodi di furti in abitazioni rpivati, e in varie attività, compreso depositi Telecom. In un caso, i carabinieri hanno scoperto anche la presenza di un basista che è stato denunciato.
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