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REGGIO CALABRIA – La cultura e il mito possono essere le chiavi di sviluppo del Sud? Si è cercato di rispondere a questo quesito durante il secondo forum della seconda giornata dell’International Annual Meeting SuedeFuturi III – (R)innoviamo il Mezzogiorno, organizzato al Castello Ruffo di Scilla dalla Fondazione Magna Grecia.
Dura la presa di posizione di Santo Versace, imprenditore di fama internazionale con un passato anche da senatore del centrodestra, che ha dichiarato: “Manca una classe dirigente adeguata perché spendono solo per arricchirsi. La Calabria ha tutto quello che serve per essere una regione ricchissima e con piena occupazione. Perché non accade? Purtroppo, la classe politica calabrese non è mai stata degna della ricchezza della regione e ogni Giunta è stata peggiore della precedente. D’altro canto, la sanità calabrese è commissariata da oltre 10 anni e quindi dipende dal ministero della Salute. Manca il Draghi della situazione, la serie A della politica e il talento non è premiato”.
Protagonista della discussione anche il cinema che, come ha sottolineato il regista Mimmo Calopresti, tra gli ospiti del forum, “è un’arma potente di comunicazione. Perché la Calabria non è diventata una fabbrica della bellezza? In Calabria si studia poco, dobbiamo costruire momenti di apprendimento”.
Sulla narrazione cinematografica della Calabria è intervenuto lo scenografo premio Oscar Gianni Quaranta: “Perché quando si parla di Calabria non si producono film solo su personaggi positivi? Anche i film su Versace hanno messo in evidenza solo gli aspetti negativi, ma non hanno raccontato la sua ascesa nel mondo della moda. E allora perché non aprire qui una scuola d’arte? Se a Scilla ci fosse un’Accademia di Belle Arti potrebbe essere un punto attrattivo per chi non è calabrese”.
Per Ottavio Amaro, docente dell’Università del Mediterraneo, “il mito e la cultura sono le vere scommesse per il rilancio della regione. Il mito è strutturante, è una realtà vera. Questa terra vive di miti ma c’è una comunicazione turistica incapace di trasmettere tutto questo. Come superare la narrazione negativa della Calabria? Si deve scavare, trovare l’invisibile, quello che sta sotto. Il turismo deve essere arte e conoscenza dei luoghi, non quello mordi e fuggi. Primo passo è iniziare a fare cose che servono a tutti”.
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