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GIOIA TAURO (RC) – Facevano parte di una organizzazione che da anni si dedicava al contrabbando di sigarette. Con questa accusa il Comando provinciale di Reggio Calabria della Guardia di Finanza ha arrestato cinque persone ritenute, ognuna con ruoli diversi ma ben determinati, appartenenti ad un gruppo che dalla Calabria riusciva a smerciare in tutto il nord Italia pacchi e pacchetti di sigarette di diversa tipologia e marca. 

L’operazione, eseguita dal Gruppo di Gioia Tauro delle fiamme gialle con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi, ha portato anche alla denuncia di altre due persone che sarebbero state organiche alla stessa organizzazione. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip di Palmi Fulvio Accurso su richiesta del procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e dell’aggiunto Salvatore Dolce. Le sigarette smerciate dall’organizzazione riportavano, abilmente contraffatti, sia il marchio di una nota marca che i sigilli dei Monopoli di Stato. Il gruppo, presente in provincia di Reggio Calabria, aveva forti ramificazioni, in particolare, in Liguria.
EraSecondo quanto ricostruito  gestito da una banda a carattere familiare il traffico di sigarette contraffatte per centinaia di chili che da Gioia Tauro partivano alla volta della Liguria da dove poi venivano vendute in tutto il nord Italia. E’ quanto emerso dalle indagini dei finanzieri del Gruppo di Gioia Tauro che hanno posto agli arresti domiciliari cinque persone e denunciato altre due.
L’operazione è stata condotta dai finanzieri del Gruppo di Gioia Tauro in collaborazione con i militari del Nucleo di polizia tributaria di Genova ed è stata eseguita un’ordinanza emessa dal gip Fulvio Accurso su richiesta del procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e dell’aggiunto Salvatore Dolce.
Le sigarette, secondo quanto emerso dalle indagini, arrivavano nel porto di Gioia Tauro dalla Cina e venivano prese in carico dalla banda che provvedeva poi allo smercio. In particolare è stato accertato l’invio di circa 300 chili di sigarette, pari a 1.500 stecche, di cui 350 sottoposte a sequestro nel corso delle investigazioni.
I pacchetti delle sigarette contraffatte, oltre ad essere perfettamente somiglianti a quelli originali e con il contrassegno di avvenuto pagamento delle imposte nazionali o di controllo da parte delle autorità, avevano anche gli avvertimenti sui rischi derivanti dal consumo di tabacco. 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il gruppo era organizzato secondo lo schema di una banda a carattere familiare. Le sigarette, secondo quanto emerso dalle indagini, arrivavano nel porto di Gioia Tauro dalla Cina e venivano prese in carico dalla banda che provvedeva poi allo smercio. In particolare è stato accertato l’invio di circa 300 chili di sigarette, pari a 1.500 stecche, di cui 350 sottoposte a sequestro nel corso delle investigazioni.I pacchetti delle sigarette contraffatte, oltre ad essere perfettamente somiglianti a quelli originali e con il contrassegno di avvenuto pagamento delle imposte nazionali o di controllo da parte delle autorità, avevano anche gli avvertimenti sui rischi derivanti dal consumo di tabacco. 

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