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LAGONEGRO – Agivano a gruppi quasi ogni notte con un modus operandi collaudato. Rubata un’auto, raggiungevano zone isolate e di campagna soprattutto del Lagonegrese ed entravano nelle case, (anche in presenza dei proprietari) in alcuni cantieri o in aziende agricole. Rubavano quello che potevano e poi via tra alla volta della Campania dove vendevano la merce a dei ricettatori di Napoli. Peccato per loro che i carabinieri erano già sulle loro tracce da tempo. Nella giornata di ieri, infatti, sono state emessi 11 ordini di custodia cautelare sette dei quali eseguiti, su mandato del Gip del Tribunale di Lagonegro nei confronti di una banda di cittadini romeni specializzata in furti che operava in Basilicata, Campania e la Spagna. Furti con lo stesso modus operandi si sono registrati anche nella penisola iberica. Non è escluso che due dei quattro sfuggiti all’arresto si trovino proprio in Spagna. La banda ha messo a segno decine di furti, con un bottino del valore di centinaia di migliaia di euro. La refurtiva recuperata dai carabinieri allo stato attuale – le indagini sono ancora in corso – ammonta a circa 150.000 euro tra arnesi per l’agricoltura e qualche prezioso. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Lagonegro sono iniziate circa un anno fa dopo il verificarsi continuo di furti nelle campagne del lagonegrese. Durante la conferenza stampa il Procuratore Vittorio Russo alla presenza del comandante provinciale di Potenza Col. Palma e del comandante della Compagnia carabinieri, capitano Salvati Tanagro, ha affermato che «sia nel lagonegrese che nel Vallo di Diano tutte le sere i rumeni effettuavano furti in abitazioni e presso cantieri e la sinergia e la collaborazione pagano in questo tipo di attività complessa».
Le parole del procuratore Vittorio Russo
LAGONEGRO – Sugli arresti effettuati dai Carabinieri della Compagnia di Lagonegro, guidati dal Capitano Salvati che ha personalmente condotto le operazioni di notifica dei mandati nei confronti di 11 cittadini rumeni, abbiamo raccolto una considerazione del Procuratore della Repubblica Vittorio Russo, che ha coordinato le indagini. «Si tratta – ha detto – di un’operazione complessa poiché svolta con tutti i metodi tradizionali di indagine, pedinamenti compresi, e perché le persone oggetto dei provvedimenti, cui abbiamo contestato anche l’associazione a delinquere, facevano parte di un’organizzazione ben strutturata di criminali professionisti la cui attività delinquenziale, rivolta principalmente nei confronti di appartamenti privati, cantieri edilizi ed attività industriali di varia natura insistenti anche sul territorio del Lagonegrese e di Sala Consilina che è sotto la giurisdizione della mia Procura, era cadenzata in maniera costante e continuata. Si tratta, come ha sottolineato anche il Colonnello Pagano del comando Provinciale di Potenza e cui vanno i miei più grati complimenti, di reati che creano situazioni di particolare allarme sociale per cui siamo particolarmente soddisfatti del risultato raggiunto, tenuto conto che si tratta di tutti soggetti stranieri e senza fissa dimora, per cui difficilmente individuabili». Il procuratore ha poi posto l’accento sull’attività investigativa, affidata al Nucleo Operativo della Compagnia di Lagonegro «cominciata nel 2012 a seguito di una serie di furti di rame che si erano verificati nella zona». «In seguito – ha continuato – abbiamo capito di trovarci di fronte ad una banda la cui attività predatoria si realizzava in maniera indiscriminata, come dimostra la mole di materiale che abbiamo sequestrato che ammonta ad un valore di circa 150.000 euro e che speriamo di poter presto mettere a disposizione delle vittime dei reati; così come intendiamo emanare ulteriori provvedimenti nei confronti di cittadini italiani che invece riteniamo essere coinvolti nelle attività di ricettazione».
Fabio Falabella
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