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POTENZA – Non verrà più cercato, tantomeno acquisito agli atti del Tribunale, il diario di don Mimì Sabia, lo storico viceparroco della Trinità morto nel 2008.
Lo ha deciso il giudice Marina Rizzo che ieri mattina ha respinto la richiesta in proposito avanzata dal legale delle due donne delle pulizie a processo per aver mentito sulla data di ritrovamento del corpo di Elisa Claps.
Ieri mattina l’udienza si è conclusa con l’ammissione dei mezzi di prova indicati dalle parti. Tutti tranne proprio l’“agenda pastorale” della chiesa, che è dove venivano annotate giorno per giorno le messe celebrate e da quale sacerdote.
Per l’avvocato Maria Bamundo, che assiste Margherita Santarsiero e Annalisa Lo Vito, il suo esame avrebbe potuto smentire quanto affermato dal viceparroco don Wagno Oliveira e Silva che ha raccontato agli inquirenti di essere salito con loro nel sottotetto, e di aver visto il corpo di Elisa Claps ben prima del ritrovamento “ufficiale” del 17 marzo 2010. A cominciare dalla data in cui questo sarebbe avvenuto, all’inizio indicato dal sacerdote “verso la fine di gennaio”, e poi “il 24 febbraio”, grazie a uno scontrino custodito nel portafoglio. Una circostanza mai ammessa dalle sue assistite, che per questo devono difendersi dall’accusa di false informazioni al pm.
“Questa agenda – ha spiegato l’avvocato – pare che sia stata ricompresa tra gli atti sequestrati nella chiesa della Trinità di Potenza, ma il pm di Salerno non l’ha rinvenuta tra i reperti”. Di qui la richiesta – respinta – di un “approfondimento” a riguardo, o di un nuovo sopralluogo della polizia alla sua ricerca, per provare a verificare se quel giorno don Wagno avesse svolto anche funzioni religiose in chiesa, e in caso contrario quali siano i ricordi di chi lo ha fatto.
D’altra parte, accogliendo l’istanza del pm Laura Triassi, il giudice ha deciso di acquisire al fascicolo del dibattimento i tabulati telefonici delle due donne, di don Wagno, del parroco della Trinità don Ambrois Atakpa e del vescovo di Potenza Agostino Superbo nei giorni “caldi” dopo il ritrovamento del cadavere della studentessa, “per verificare i contatti intercorsi” tra loro.
Nella prossima udienza che è stata fissata per il 4 aprile, in via eccezionale di venerdì, comincerà la sfilata dei testimoni. I primi ad essere sentiti saranno i 3 operai romeni chiamati a intervenire nel sottotetto della chiesa per un’infiltrazione d’acqua dovuta ai forti temporali di quel periodo, che hanno avvertito la polizia di quanto si nascondeva nel sottotetto della Trinità da 17 anni. Con loro verranno citati anche alcuni degli agenti della Squadra mobile di Potenza che si sono occupati del caso, tra cui il dirigente dell’epoca, Barbara Strappato.
In aula, ieri, erano presenti la madre e il fratello di Elisa, Gildo e Filomena Claps. Per tutta la durata del dibattimento il giudice ha negato l’ingresso delle telecamere “per non turbare la serenità” del processo.
l.amato@luedi.it
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