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POTENZA – Sembra tutto così sfacciato da far pensare a un esperimento di psicologia inversa. Tanto per restare sulla materia cara ai protagonisti della vicenda. La compagna giovane e bella dell’ex presidente, che prende il suo posto, e nel farlo rivendica di aver respirato «l’aria dell’Ordine», stando vicino al suo uomo. Una circostanza che le avrebbe permesso di accumulare sufficiente «esperienza indiretta». A dir poco disarmante.
E’ quello che hanno denunciato due consiglieri dell’Ordine degli psicologi della Basilicata, Assunta Basentini e Giuseppe Benevento, rimettendo il mandato ricevuto a dicembre durante le ultime consultazioni di categoria.
Al centro della polemica ci sono le nomine per cariche direttive dell’ordine effettuate il 20 dicembre, durante la seduta d’insediamento del nuovo consiglio.
In particolare la presidenza, dopo l’elezione dell’uscente Antonio Telesca alla vicepresidenza del conisiglio nazionale.
Per individuare il suo successore sarebbero bastati soltanto 4 voti, dopo una sostanziale spaccatura del consiglio sulla candidatura.
Luisa Langone, infatti, non avrebbe fatto mistero della sua relazione con Telesca. In più, attaccata su competenze ed esperienze professionali, l’avrebbe rivendicata quasi fosse un altro dei titoli sul suo curriculum: «compagna del presidente Telesca dal… al…».
La lettera di Assunta Basentini e Giuseppe Benevento è impietosa, anche se i due psicologi evitano giudizi lapidari. Preferiscono lasciare «alla competenza di chi legge ogni considerazione sulle modalità e sulle esternazioni sul senso dell’organismo in questione». Ma riportano tra virgolette quello che la dottoressa Langone – ormai in carica da più di un mese – avrebbe replicato alle loro perplessità.
«Le competenze le ho». Così il presidente 32enne degli psicologi lucani. «Io ho sempre respirato l’aria dell’Ordine. Sono la compagna del dottor Telesca: la mia esperienza è indiretta».
Adesso passi che l’ordine degli psicologi è un ente di diritto pubblico su base associativa, perciò al suo interno alla fine decidono gli iscritti, attraverso i loro delegati, anche sul senso di espressioni come merito, familismo, democrazia, e raccomandazioni. Ma quello che potrebbe succedere se un principio come «l’esperienza indiretta», o per vicinanza affettiva si dovesse estendere in altri ambiti fa davvero rabbrividire.
Chissà i mariti delle migliori ricercatrici quanti crediti vanterebbero per entrare a loro volta nei laboratori delle più prestigiose università? E le mogli dei professori universitari? E i fidanzati dei dirigenti più in gamba della pubblica amministrazione?
Qui il punto non è tanto il nome del nuovo presidente e nemmeno cosa faccia e chi frequenti nella sua vita privata. Ma il senso di quelle espressioni davanti ai colleghi più esperti, dubbiosi sulle sue capacità. Parole così ingenue da sembrare provocatorie, un affronto ai contestatori, destinato a ritorcersi in maniera inevitabile contro il suo stesso autore.
Capitano spesso agli arroganti cadute di questo tipo. Vorrà dire che «l’aria dell’Ordine» non trattiene sempre tutte le lezioni.
l.amato@luedi.it
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