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POTREBBE iniziare con un rimpasto nella giunta Adduce l’ultimo anno di legislatura al Comune di Matera. Il primo cittadino sta valutando la situazione e potrebbe nelle prossime settimane, subito dopo il congresso cittadino del Pd di metà febbraio stringere il cerchio e prendere una decisione. Nel frattempo il segretario del Pd di Matera, Cosimo Muscaridola ha avuto mandato di svolgere una serie di colloqui con i diversi gruppi al fine di valutare quali sono le necessità politico-programmatiche su cui è possibile convergere anche alla luce di una nuova e diversa geografia politica che si sta venendo a creare proprio in queste ore.
L’idea è quella di rinforzare politicamente il lavoro dell’Amministrazione blindandone i numeri in Consiglio e accelerando di conseguenza le decisioni su una serie di punti fondamentali (che dovranno essere definiti nell’ambito di questa verifica) e dunque non avendo più quei problemi che hanno rallentato di molto l’incedere dell’Amministrazione nelle scelte politiche strategiche.
Il rischio però in questo caso è quello di dover modificare uno o più pezzi di giunta che hanno avviato un lavoro ed un percorso nell’ambito di obiettivi ben precisi e di doverli sostituire pagando, magari, dazio in termini di qualità di scelte in nome degli equilibri della politica. Un percorso complesso, rischi concreti all’orizzonte ma uno scenario molto complicato che porta e lascia aperta anche l’ipotesi “classica” che alla fine non succeda proprio nulla.
Di certo però ci sono gruppi che si sono irrobustiti come Popolari Uniti e Socialisti che sono arrivati ad una doppia presenza di consiglieri e c’è un gruppo misto sempre più forte e corposo che reclama la propria visibilità senza contare ovviamente il panorama alquanto frastagliato che emerge dall’interno del Partito Democratico e che potrebbe essere complicato ancora di più alla vigilia di un congresso che dovrà chiarire realmente i rapporti di forza e definire nuovamente le alleanze.
Il lavoro di questi giorni è quello del confronto per cercare di capire quale strada seguire. L’idea potrebbe essere quella di cambiare due o al massimo tre assessori. Molto più improbabile quell’azzeramento che sempre viene evocato ma che difficilmente si potrà realizzare. Di certo appare complicato pensare che nel bel mezzo di un cammino intrapreso assessori tecnici come Giordano e la Macaione, (di cui al momento della nomina la politica non sentiva alcun bisogno), possano oggi davanti a questioni strategiche fondamentali come la capitale della cultura e il percorso di candidatura e a strumenti fondamentali come il regolamento urbanistico o il piano strategico essere messi improvvisamente da parte.
L’alternativa dovrà essere di molto migliore, il quadro politico dovrà essere molto più saldo e la qualità dei singoli assessori essere in grado di pareggiare un simile avvicendamento. Temi che ovviamente sono sul tavolo e che il sindaco Adduce avrà cura nelle prossime settimane di esaminare dandovi delle risposte adeguate.
Il rimpasto politico-programmatico può essere utile se può significare un salto di qualità in avanti. Se rischia di essere un passo indietro ed allora può diventare un pericoloso boomerang da tenere in debita considerazione. E su cui meditare con grande attenzione.
p.quarto@luedi.it
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