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PAOLA (CS) – Gli inquirenti hanno disposto, probabilmente come uno degli ultimi passi dell’inchiesta sull’ammanco delle offerte al santuario di San Francesco di Paola, un approfondimento sui meccanismi che regolano il continuo cambiamento delle password per i conti-correnti online, come quello dove erano state depositate le donazioni sparite (LEGGI LA RICOSTRUZIONE DEI FLUSSI FINANZIARI).
Quasi un milione e mezzo di euro prelevati possedendo le chiavi d’accesso al conto online aperto con IwBank, dopo la chiusura, nel 2006, del conto bancario tradizionale presso la filiale di Banca Nuova di Campora San Giovanni. Le movimentazioni incriminate, che sono sotto la lente della Procura della Repubblica di Paola, sarebbero state effettuale da un comune computer da Massimiliano Cedolia, promotore finanziario che godeva della massima fiducia dell’economo del dei frati Minimi, padre Franco Russo. Una fiducia, che pare andasse anche oltre i rapporti formali, oltre i contratti scritti. (IL RAPPORTO TRA IL FRATE E IL PROMOTORE).
La collaborazione di Cedolia col santuario di San Francesco di Paola, a partire dalla data di cambiamento di istituto di credito, sarebbe andata avanti solo sulla base della “parola”, in assenza di contratti scritti. Una rapporto fiduciario personale, non formalizzato, fra Cedolia e padre Russo.
Dal 2007, al 2012, praticamente, i conti del santuario li avrebbe gestisti esclusivamente il promotore finanziario, sembrerebbe, senza il pur minimo controllo dell’economo dei frati, che non si sarebbe accorto dell’ammanco, conseguenza dei ripetuti prelievi negli anni, fino al mese di novembre del 2012, quando si apprestava a lasciare il convento di Paola, per trasferirsi a Roma, presso la sede generalizia dell’Ordine religioso.
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