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 CATANZARO, 27 GEN – E’ slittato al 9 maggio prossimo l’inizio del processo denominato Toghe Lucane-bis che vede imputati magistrati in servizio a Potenza o che vi hanno prestato servizio in passato, appartenenti a forze dell’ordine e un ex agente del Sisde. Rinvio deciso dal Tribunale di Catanzaro a causa di un difetto di notifica ad alcuni degli imputati.
Le accuse contestate a vario titolo dalla procura di Catanzaro sono violazione della legge Anselmi sulle società segrete, associazione per delinquere, corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e tentato abuso d’ufficio. Tra gli imputati figurano i sostituti procuratori generali di Potenza Gaetano Bonomi (ora in pensione) e Modestino Roca; il pm Claudia De Luca; il maresciallo della Guardia di Finanza Angelo Morello; l’ex agente del Sisde Nicola Cervone; i carabinieri Antonio Cristiano e Consolato Tino Roma; l’imprenditore Ugo Barchiesi; l’autista della Procura generale potentina Marco D’Andrea e l’ispettore di polizia Leonardo Campagna. Tra le parti civili i magistrati Henry John Woodcock, Alberto Iannuzzi, Vincenzo Montemurro, Anna Gloria Piccininni e l’ex procuratore della Repubblica di Potenza Giuseppe Galante.
L’ipotesi dell’accusa è che a Potenza fosse attiva un’associazione segreta che, grazie all’acquisizione di notizie riservate su inchieste in corso, intendeva “evitare, indirizzare o bloccare lo svolgimento delle indagini nei confronti di soggetti appartenenti all’avvocatura, all’imprenditoria ed alla politica lucana, nonchè ad altri apparati istituzionali tra i quali l’Arma dei carabinieri”.
L’inchiesta è nata dopo alcune denunce anonime nelle quali si calunniava l’allora pm di Potenza Woodcock, ora a Napoli. Lettere che per l’accusa sono state inviate da Cervone con l’organizzazione di Bonomi. Nell’esposto anonimo contro Woodcock ed altri magistrati in servizio a Potenza erano anche contenuti i tabulati telefonici del pm e quelli della giornalista Federica Sciarelli per accreditare l’ipotesi, risultata non vera, che lo stesso Woodcock fornisse notizie riservate alla conduttrice della trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?” ed al conduttore di Annozero Michele Santoro.
Obiettivo dell’organizzazione, secondo i magistrati di Catanzaro, era quello di fornire l’opportunità alla Procura generale di avviare verifiche disciplinari nei confronti di Woodcock e di “evitare, indirizzare o bloccare lo svolgimento delle indagini”. (ANSA).

Slitta il processo Toghe Lucane bis, quello che tiene dentro le accuse relative a un complotto di toghe che sarebbe culminato tra le aule dei palazzi di giustzia lucani nel 2009. 

 

Si andrà in aula il prossimo 9 maggio: il rinvio è stato deciso dal Tribunale di Catanzaro a causa di un difetto di notifica ad alcuni degli imputati.

Il processo Toghe Lucane-bis vede imputati magistrati in servizio a Potenza o che vi hanno prestato servizio in passato, appartenenti a forze dell’ordine e un ex agente del Sisde. 

Le accuse contestate a vario titolo dalla procura di Catanzaro sono violazione della legge Anselmi sulle società segrete, associazione per delinquere, corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e tentato abuso d’ufficio. 

L’ipotesi dell’accusa è che a Potenza fosse attiva un’associazione segreta che, grazie all’acquisizione di notizie riservate su inchieste in corso, intendeva «evitare, indirizzare o bloccare lo svolgimento delle indagini nei confronti di soggetti appartenenti all’avvocatura, all’imprenditoria ed alla politica lucana, nonchè ad altri apparati istituzionali tra i quali l’Arma dei carabinieri».

Tra gli imputati figurano i sostituti procuratori generali di Potenza Gaetano Bonomi (ora in pensione) e Modestino Roca; il pm Claudia De Luca; il maresciallo della Guardia di Finanza Angelo Morello; l’ex agente del Sisde Nicola Cervone; i carabinieri Antonio Cristiano e Consolato Tino Roma; l’imprenditore Ugo Barchiesi; l’autista della Procura generale potentina Marco D’Andrea e l’ispettore di polizia Leonardo Campagna. 

Tra le parti civili i magistrati Henry John Woodcock, Alberto Iannuzzi, Vincenzo Montemurro, Anna Gloria Piccininni e l’ex procuratore della Repubblica di Potenza Giuseppe Galante.

Obiettivo dell’organizzazione, secondo i magistrati di Catanzaro, era quello di fornire l’opportunità alla Procura generale di avviare verifiche disciplinari nei confronti di Woodcock e di «evitare, indirizzare o bloccare lo svolgimento delle indagini».

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