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TANTO amore per la vita, espresso con semplicità e intensità, come i giovani sanno fare; e Luca Orioli, scomparso 25 anni fa, ha lasciato ai “coetanei” di oggi versi senza tempo, che invitano a riflettere e ad aprire le pagine dell’anima. E’ quanto si prefigge il libro “Il mio nome è Luca Orioli” (Poesie 1981-1988), edito Giuseppe Laterza, realizzato per volontà della madre, la signora Olimpia, da anni impegnata per ottenere verità e giustizia, che ha presentato quel prezioso lavoro ai tanti giovani studenti che hanno assiepato il cinema Comunale. “Il libro – ha detto la Orioli- rappresenta il ritorno di Luca vivo negli altri; mio figlio ricomincia a vivere ora, perché la sua ricerca interiore è la stessa di tutti i giovani e a loro va rivolta una grande attenzione, perché hanno bisogno di essere ascoltati e di sentirsi amati”. Anche don Marcello Cozzi, un sacerdote impegnato sui temi del sociale e della giustizia, vice presidente nazionale di “Libera”, ha rimarcato questi aspetti. “Mamma Olimpia -ha detto don Marcello- con questa raccolta di poesie ha tirato fuori il bello di un’anima buona e semplice. Parlare di Luca significa parlare di bellezza per la vita e per il mondo; era un ragazzo normale innamorato della vita e dell’amore”.
L’editore Giuseppe Laterza, che ha tirato inizialmente 2000 copie del libro, ha evidenziato la “freschezza” di un lavoro rivolto ai giovani, al loro mondo, a cominciare dalla scuola. E proprio dagli studenti, che hanno ricevuto all’ingresso del cinema Comunale un bigliettino colorato sul quale riportare impressioni, sono venute considerazioni e pensieri che potrebbero essere utilizzate per un nuovo lavoro.”Nella sue molte composizioni – ha spiegato il poeta e scrittore Mario Santoro, curatore della prefazione – Luca Orioli ha testimoniato che non aveva ancora la consapevolezza piena del senso della poesia, ma che l’ha ricercata con insistenza, seguendo una linea di percorso precisa e ricorrendo ad espressioni poetiche cariche di ansie e di tensioni, ricche di interrogativi, a tratti acerbe sul piano contenutistico-espressivo, ma ricche di sentimenti e di senso problematico dell’esistenza”. Sono intervenuti all’incontro, moderato da Caterina Laterza, anche Ivan Iurlo, professore avvocato dipartimento Bioetica e Diritti Umani presso l’Università di Varsavia, la sociologa Franca Coppola e la psicologa e attrice Isabella Urbano, curatrici del libro.
“Questo lavoro così minuzioso – hanno spiegato la Coppola e la Urbano – è per mamma Olimpia un bisogno profondo; è un modo di conoscere sempre più a fondo quel figlio, strappatole in maniera così violenta; è continuare ad avere cura di Luca e dei suoi pensieri, di confermare, se pure ce ne fosse bisogno, la bellezza della sua anima e la sua sensibilità, di alimentarsi alle sue parole per trovare la forza di andare avanti, di continuare a dialogare, oltre la morte, con quel figlio precocemente perduto. La forza delle parole di Luca è tale che sembra difficile immaginare che un ragazzo giovanissimo potesse esprimersi in tal modo, con tale maturità, con un profondo senso della vita, con tale preoccupazione per i dolori e le contraddizioni del mondo”. Nel testo è presente, oltre al contributo di Olimpia Fuina Orioli, di don Marcello Cozzi e di Mario Santoro, anche quello della scrittrice e autrice tv Barbara Benedettelli.
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