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POTENZA – Troppi punti critici e «non adeguati livelli di sicurezza ai quattro sbalzi ad angolo del 3° livello, con rischio per la sicurezza dell’intero edificio, in presenza di sisma o di sovraccarichi che potrebbero essere determinati anche da eccezionali nevicate».
Dopo un sopralluogo in mattinata e un lungo confronto nel pomeriggio (presente anche la dirigente scolastica), il sindaco Vito Santarsiero – anche in veste di ingegnere – alla fine ha deciso: la scuola “San Giovanni Bosco” di via Verdi va chiusa. Subito. E così già da oggi niente lezioni per gli alunni della primaria – nove le classi ospitate nel plesso – e nei prossimi quattro giorni si dovrà pensare al trasloco di tutte le suppellettili dall’attuale sede a quella centrale, ovvero la “Luigi La Vista” di rione Francioso, «dove continuerà l’attività didattica».
Chiarezza. Ecco cosa chiedevano i genitori dei bambini che frequentano quella che è una delle scuole più prestigiose della città.
«La decisione di chiudere quel terzo piano – hanno spiegato i genitori Sergio Labate e Vito Zaccagnino – è stata presa lo scorso 28 agosto. La scuola è iniziata e noi da tempo stiamo chiedendo di capire cosa accadrà anche il prossimo anno. Perchè abbiamo anche il diritto di prendere una decisione diversa e magari di iscrivere i nostri figli da un’altra parte. Inutilmente abbiamo chiesto un incontro con la dirigente scolastica, mentre continuavano a ripeterci che andavano fatti dei lavori per quel terzo piano».
Le iscrizioni alle varie scuole cittadine vanno fatte entro il 28 febbraio. E ora, dopo l’ordinanza di chiusura del sindaco Santarsiero, almeno i genitori avranno una certezza: in quella scuola difficilmente si tornerà quest’anno.
Il sindaco e l’assessore all’Istruzione Messina assicurano però tempi rapidi, «a definire e attuare un progetto di adeguamento sismico dell’edificio» e spiegano che «molto probabilmente il terzo livello verrà abbattuto, con l’obiettivo di poter riaprire la scuola già dal prossimo anno scolastico». Certo, andranno trovati i fondi necessari e, in un momento davvero difficile per le casse del Comune, non sarà semplice. Perché per la demolizione di quel terzo livello serviranno all’incirca 800.000 euro. Si dovrà chiedere un aiuto alla Regione allora. Ma, in caso di risposte negative, si dovrà ipotizzare un mutuo o comunque quei soldi si dovranno trovare tra le pieghe del Bilancio comunale. E non sarà un’operazione semplice. «Ma siamo riusciti a realizzare una scuola bellissima e sicura come quella di via Perugia con soldi nostri – dice l’assessore Messina – riusciremo a trovare una soluzione anche in questo caso».
Intanto da subito l’edificio deve essere messo in sicurezza, quindi niente lezioni. «Decisione dolorosa ma necessaria – hanno detto il sindaco Santarsiero e Messina -per garantire la massima sicurezza dei bambini, dei docenti, dei genitori, del personale scolastico oltre che dei cittadini».
Che ci fossero dei problemi di sicurezza è parso piuttosto chiaro anche ai genitori già a inizio anno scolastico, quando cioè è stato loro comunicato che le classi quarte e quinte della primaria non sarebbero state ospitate più in quel plesso, ma sarebbero state trasferite nel Comprensivo Luigi La Vista al Francioso.
E’ per alleggerire il piano – hanno spiegato dal Comune – togliendo classi e suppellettili si elimina un peso impossibile da sostenere anche da un punto di vista logistico: quell’edificio, infatti, si trova in una zona piuttosto complessa, senza adeguati punti di raccolta esterni. Riducendo il numero di classi – e di alunni quindi – si riduce il problema in caso di evacuazione.
Di più: come evidenziato dal dirigente comunale Giancarlo Andriulli, sentito dal Quotidiano della Basilicata nei giorni scorsi, nella scuola sono state fatte prove di evacuazione e liberare quel piano richiedeva troppo tempo, anche perchè la scalinata che porta a quel terzo livello presenta scalini non uguali in altezza, quindi pericolosi in caso si debba scendere velocemente, magari presi dal panico.
Per i genitori un disagio inaspettato: «non sono pochi quelli che hanno due o più figli e la mattina devono fare le corse per portare un figlio in via Verdi e un altro al Francioso. Chè se uno sceglie una scuola lo fa anche per motivi logistici – dice Labate – io ho scelto questa scuola perché è quella del rione in cui vivo. Perchè questa dovrebbe essere la logica anche per evitare il traffico del mattino».
«E invece – dice un altro genitore – così ci hanno fatto trovare in difficoltà organizzative enormi. Che poi la scuola al Francioso non è facile da raggiungere, si entra in un budello che la mattina è inaffrontabile se devi arrivare in ufficio in orario».
Ma a questo punto quelli organizzativi sono davvero l’ultimo problema. Davanti a una questione di sicurezza per l’incolumità dei figli, nessun genitore può aver dubbi e il plesso del Francioso da questo punto di vista presenta più garanzie.
Intanto oggi pomeriggio alle 17, nell’aula magna del Comprensivo “Luigi La Vista”, il sindaco, l’assessore Messina e i tecnici incontreranno docenti e genitori. E c’è da aspettarsi un confronto piuttosto acceso.
a.giacummo@luedi.it
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